22 giugno – Venezia
Sabato 22 giugno,
a Venezia,
nel cortile di Ca’ Foscari
alle 22 e 30, dentro Art Night,
parlo della lingua delle avanguardie.
Sabato 22 giugno,
a Venezia,
nel cortile di Ca’ Foscari
alle 22 e 30, dentro Art Night,
parlo della lingua delle avanguardie.
A me, i libri, più di quello che dicono, mi interessa come mi fanno sentire, e sabato sera, 22 giugno, a Venezia, a Ca’ Foscari, alle 22 e 30, racconto come mi ha fatto sentire lavorare sui testi delle avanguardie russe e, in particolare, di Velimir Chlebnikov.
Lunedì 8 maggio,
a Venezia,
alle ore 16.30,
presso la Tesa 1 di CFZ
Cultural Flow Zone,
Zattere al Pontelungo,
all’interno del ciclo Writers in conversation,
Vi avverto che vivo
per l’ultima volta,
con Silvia Burini e Flavio Gregori
[su prenotazione: clic]
Lunedì 18 luglio,
alle 21 e 45,
a Venezia,
al Venezia Open Stage Festival,
Campazzo San Sebastiano,
Dorsoduro,
Sanguina ancora.
L’incredibile vita di
Fëdor Michajlovič Dostoevskij
«Era iniziato qualcosa di completamente nuovo, qualcosa che non avevo mai immaginato neanche nei miei sogni più appassionati (e io ero, allora, un terribile sognatore.) “Ma davvero sono così grande?”, – ho pensato».
F. M. D.
[Stasera, a Venezia, si ricomincia con Sanguina ancora]
Un uomo libero, quando è sconfitto, non dà la colpa a nessuno.
Iosif Brodskij
(Cimitero San Michele,Venezia)
Venerdì 19 novembre,
a Venezia,
alle 16 e 30,
nell’Aula Magna Silvio Trentin,
Dorsoduro 3825/e
con Fausto Malcovati
parliamo di F. M. Dostoevskij
(moderano Silvia Burini e
Flavio Gregori)
Mercoledì 7 giugno,
a Venezia,
alle 19.30
al teatrino di Palazzo Grassi,
in Campo San Samuele, 3221
(se non sbaglio)
con Frederik Sjöberg
presentiamo il libro
di Frederik Sjöberg
L’arte della fuga,
dentro il festival
di Iperborea
I boreali
Quando sono partito per andare a vedere la settantesima edizione della Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia, ero sull’autobus per andare in stazione, ancora a Bologna, e ho visto un vecchio che parcheggiava una macchina con l’alettone, una Peugeot, se non sbaglio, con l’alettone, e l’autista era un vecchio, come me, forse ancora più vecchio di me, calvo, come me, forse ancora più calvo di me e con la pancia, come me, forse con ancora più pancia di me e io ho pensato «Ma dove vai, con quell’alettone?». E dopo poi, quel giorno lì, fin dal treno interregionale che mi ha portato a Venezia, c’era della gente, che era montata a Padova, se non mi sbaglio, che han cominciato a dire delle cose, alla mia sinistra, del tipo che «Un giovane oggi in Italia non puòn lavorare», che «Van tutti all’estero», che «Oggi le banche non fanno più credito», e che «C’è la fuga dei cervelli», cioè che io non me ne ero accorto eran montati su degli opinionisti che avevan delle opinioni con l’alettone e dopo, sul traghetto 5 punto 1, quello che da Santa Lucia arriva al Lido, c’era una signora che diceva «La nostra responsabile di prodotto» e si capiva, dal tono che aveva, che lei aveva una responsabile di prodotto con l’alettone.
Dopo poi, arrivato al Lido, ho sentito dire che alla proiezione del mattino era stato aveva avvistato Walter Veltroni, al che io ho pensato “Ecco”. Cioè queste son cose che a me, non so come dire, mi mettono in imbarazzo. Perché, la domanda si potrebbe formulare anche così: «Quando compare Walter Veltroni, cosa si può dire?». E la risposta potrebbe essere questa: «Niente».
Dopo a un certo momento ho visto del rosso, ho sentito gridare, delle ragazzine che gridavano come se fossero delle cinefile con l’alettone, tappeto rosso, anni ruggenti, una mia amica che mi chiede «Come stai?» con un tono che non è un «Come stai?» normale, è un «Come stai?» che vuol dire che, dopo l’incidente, non ci eravamo più visti (ho avuto un incidente con l’alettone, ho picchiato la testa ho fatto venticinque giorni di ospedale) e io normalmente quando mi chiedono «Come stai?» di solito rispondo «Non c’è male», però in quei casi, quando sono quei «Come stai?» con l’alettone rispondo «Benissimo», che è una risposta con l’alettone, a pensarci.
Il primo film che ho visto, che si intitola Kill your darlings, titolo italiano Giovani ribelli, è un film d’esordio di un regista americano che si chiama Krokidas e la storia è ambientata nel 1944 a New York e i personaggi sono Allen Ginsberg, Lucien Carr, William Burroughs e Jack Kerouac e il protagonista è Daniel Radcliffe, che quando entra in sala tutti dicono «Oooooh», e io non capisco perché, dopo mi spiegano che è quel ragazzo che faceva Harry Potter, un protagonista con l’alettone.
Quando comincia il film, la prima cosa che penso è che gli attori, dentro nel film, sembra che recitino, sembra anche un po’ un’opera lirica, piena di gente che batte a macchina senza esser capace di battere a macchina, e mi viene da pensare alla rielaborazione dell’urlo di Ginsberg che ho letto una volta in un libro che diceva «Ho visto le menti migliori della mia generazione e ho pensato “Ah, andiam bene”». Continua a leggere »