Non so
Non so perché, il giorno che preparo i documenti per la dichiarazione dei redditi, è un giorno che tutto, in casa, diventa sporco. Delle volte i giorni diventano due.
Non so perché, il giorno che preparo i documenti per la dichiarazione dei redditi, è un giorno che tutto, in casa, diventa sporco. Delle volte i giorni diventano due.
C’era chiaro. Si vedeva tutto. Non c’era la fila dall’ortolano. Una signora, anziana, che aveva lasciato lì il suo carrello per la spesa, lo veniva a riprendere. Non ce la faccio più neanche a portarlo, diceva. Una signora, anziana, diceva Io prendo solo il latte il resto vado alla coop.
Non c’era la fila dal bottegaio. Non c’era nessuno. Due ceppi, tagliati a far dei piccoli seggiolini, e verniciati, color legno, ma lucidi, come se li avessero lucidati quel giorno lì. E una bottiglia di vino, con su scritto, sull’etichetta, di traverso, in grosso, 099I9I2. Invece lo leggevo al contrario. Era zibibbo.
Non so perché, ma ho l’impressione che Fufi miagoli sempre quando mi sento in colpa. Non so perché. E poi Fufi è veramente un nome che non si può leggere. No no. Niente Fufi. La chiameremo Avvocato.
Benissimo però è un’altra cosa. Non so per esempio mi succede che faccio finta di perdere le pagine da tradurre. Non va mica male, eh? Oggi ho visto un signore, aveva una tuta, in un parco, era seduto, da solo, c’era nuvolo, era seduto su un muretto aveva una tuta nera e sulle ginocchia due strisce bianche e blu.
Ma no, ma no, ma no, ma figurati. Ma secondo te, io vado a pensare a quelle cose lì? E dopo? Son più contento? No, no, guarda, io, piuttosto, quello che mi interessa, in questi giorni, è mangiar poco, lavarmi i denti prima di andare a dormire, mettere la bici in cantina. Che tra l’altro, secondo me, io non so quanti anni sarò ancora capace di fare gli scalini, a venire su, con la bici sopra la spalla. A quanti anni è, secondo te, che si perdono proprio le forze? No perché io, mi sembra, eh?, sto cominciando. Eh. Va be’. No, il resto, non c’è mica niente. Sì. Eh. Non lo so.
La cosa più emozionante che mi è successa oggi è che pensavo di dover scrivere un articolo entro il 22, invece lo dovevo scrivere entro il 29.
Oggi ho chiamato Fastweb perché la mia linea non funziona molto bene, va piano, ogni tanto si pianta, oggi tre volte. Mi han tenuto al telefono qualche minuto poi mi hanno detto che hanno i computer bloccati, di richiamarli verso sera.
Mi veniva da pensare, stamattina, che è anche lo stesso. Comunque oggi è proprio domenica.
Mando delle mail brevissime, che la gente pensa che sono arrabbiato, non sono arrabbiato, sto traducendo Oblomov.
Mi fa male la punta delle dita. Ho comprato una bicicletta color panna. La vado a prendere domani. Ho una penna nuova. Me l’hanno regalata le insegnanti della scuola Zappa. Ho montato un lampadario. Dubitavo di essere capace.