Come studiavano la storia in Russia nel 1839

lunedì 8 Febbraio 2016

Tre giusti_media

Anche se la storia, allora, la studiavano poco, però, tuttavia, credevano in lei e, soprattutto, con grande piacere aspiravano a farne parte.

[Nikolàj Leskóv, L’uomo di sentinella, in Tre giusti, esce il 25 febbraio]

Una copertina per il lungo

venerdì 5 Febbraio 2016

Tre giusti_media

[esce il 25 febbraio (cliccare sull’immagine per ingrandire)]

Una cosa che mi piace

giovedì 4 Febbraio 2016

Una cosa che mi piace, dei giusti di Leskóv, è il fatto che sono dei giusti che non sembran mica tanto giusti.
Uno di loro, il pecorone, protagonista dell’omonimo racconto del 1862, si scopre quasi subito che «Non poteva soffrire la letteratura moderna e leggeva soltanto il Vangelo e gli antichi classici; non poteva sentire discorso alcuno che riguardasse le donne, perché le considerava tutte, in massa, delle sciocche e con molta serietà si rammaricava che la sua vecchia madre fosse una donna, e non un qualche essere senza sesso», che è un discorso che appena uno lo sente gli vien da pensare “Ben ma, sarebbe un giusto, questo qua?”.

[Dalla postfazione a Tre giusti di Nikolaj Leskóv, che si intitola Sei cose che mi piacciono dei giusti di Leskóv, la postfazione, e che esce il 25 febbraio, il librettino]

Mi compatisce

venerdì 29 Gennaio 2016

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Lo amo. Questa è, sa?, una parola strana, che tutti pronunciano ma pochissimi sanno che cosa vuol dire. Amare è come se significasse essere destinate alla poesia e alla virtù. Ma di questo sentimento sono capaci in pochissimi. Le nostre contadine, invece della parola amare, usano la parola compatire. Non dicono: mi ama, dicono: mi compatisce. Secondo me è molto meglio, è una definizione più semplice. Amare – compatire significa amare in senso quotidiano. Poi c’è bramare; dicono: mio bramato, mio caro, bramato… capisce, bramare…

[Nikolaj Leskov, A proposito della sonata a Kreutzer, in Tre giusti, in preparazione]

Ma non era uno stupido?

martedì 19 Gennaio 2016

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«Ma non era uno stupido?»
«Non ci serve il suo cervello, e di spirito è un uomo nobile».
«Che spirito può avere un uomo stupido?»
«Lo spirito, signore» aveva detto Luka «non dipende dall’intelligenza: lo spirito alita in chiunque ed è come i capelli, che su qualche testa sono lunghi e abbondanti, e su qualche altra son pochi».

[Nikolaj Leskov, L’angelo sigillato, in Tre giusti, esce in febbraio per Marcos y Marcos]

Un muro russo

venerdì 15 Gennaio 2016

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Io mi ero precipitato verso il ponte per andare a chiamare Luka, e in quel momento l’avevo visto che correva verso di me, e dietro di lui tutto il nostro artel’, come un branco di rivoltosi, e ciascuno con lo strumento che aveva a lavorare, chi con un piccone, chi con una zappa, tutti correvano per proteggere il nostro sacrario… quelli che non erano entrati sulla barca e che non avevano trovato un mezzo per raggiunger la riva, si erano buttati in acqua dal ponte tutti vestiti, direttamente com’erano a lavorare, e uno dietro l’altro s’eran messi a nuotare nell’acqua fredda. Non immaginate nemmeno il terrore che si provava a pensare come sarebbe andata a finire. Le guardie erano una ventina, e benché fossero armate come si deve, i nostri erano più di cinquanta, e tutti animati da una fede ardente e eloquente, e nuotavan nell’acqua come tante foche, e anche a dargli delle botte in testa non ci avrebbero fatto caso, e avrebbero tutti raggiunto la riva per riprendere il loro sacrario e d’un tratto, così com’erano, bagnati fradici, si eran messi a correre e sembravano un muro vivente e indistruttibile.

[Nikolaj Leskov, L’angelo sigillato, in Tre giusti, esce in febbraio per Marcos y Marcos]