Sms

giovedì 20 Marzo 2014

Ieri a un certo momento ho scritto un sms e mi sono accorto che, dopo che li ho scritti, prima di mandarli li leggo ad alta voce.

Importanze

martedì 18 Marzo 2014

Quando sento uno che dice Devo dire una cosa molto importante, oppure che dopo aver detto una cosa dice E questo è molto importante, ecco secondo me loro lì hanno un modo di parlare che niente di quello che dicono, a me sembra importante.

Quei libri lì

domenica 9 Marzo 2014

Ci sono quei libri che te li consigliano, qualcuno che dice che son belli, e tu gli dici che hai provato, a leggerlo, ma dopo trenta pagine ti sei fermato, e loro ti dicono che l’inizio, effettivamente, è un po’ noioso, dopo diventa molto bello, e tu ti chiedi Ma quella parte noiosa lì, ma proprio all’inizio la dovevano mettere?

L’unica

lunedì 3 Marzo 2014

L’unica è far finta che non ci sia nessuno, se no non sai come muoverti, come parlare, non ce la fai, cioè io non ce la faccio, a saper che mi guardano, allora faccio finta che non c’è nessuno, anche le macchine, che passano, giù, sulla strada, non è che le guida qualcuno, son telecomandate,  da un computer, che però anche lui, tra un po’, smetterà di telecomandare quello che telecomanda e allora silenzio, finito, geschlossen, chissà perché mi vien da parlare in tedesco.

Non c’entra niente

giovedì 27 Febbraio 2014

Son dei giorni che devo lavorare passo un sacco di tempo in casa a provare a scrivere delle cose e quando esco, esco di solito in bicicletta, o al mattino per correre, son dei giorni che il mio cervello, quando esco, continua all’aperto i ragionamenti che ha cominciato al chiuso rende di più quando non lavoro che quando lavoro, mi sembra, e mi viene in mente quand’ero un ragazzo che facevo l’apprendista salumaio, d’estate, in un prosciuttificio di San Vitale Baganza, quando vedevo qualcuno che passava davanti al prosciuttificio che mi sembrava che era uno che non doveva svuotare dei camion di prosciutti o di sacchi di sale e che poteva andare dove voleva, camminare liberamente nella direzione che sceglieva lui, io mi ricordo pensavo «Ma che fortuna». Ecco io ogni tanto, adesso, quella fortuna lì ce l’ho io (anche allora, ogni tanto, ma allora ero giovane era peggio, forse).

Ci sia

venerdì 21 Febbraio 2014

Mi piace così tanto, essere calvo, non lo so come mai. C’è proprio del gusto, ma che gusto ci sia non saprei spiegarlo.

Le mie capacità

venerdì 21 Febbraio 2014

C’eran dei versi che ogni tanto dicevo, quando facevo l’università, se qualcuno mi diceva una cosa che metteva in dubbio, non so, le mie capacità, eran dei versi di Confessioni di un teppista, di Esenin, nella traduzione di Renato Poggioli: «Mi piace che mi grandini sul viso la fitta sassaiola dell’ingiuria, mi agguanto solo, per sentirmi vivo, al guscio della mia capigliatura»; ecco adesso ormai, quei versi lì, sono quindici anni che non li posso più dire, ho pensato stamattina.

Dopo

venerdì 7 Febbraio 2014

Ci metto delle ore, a svegliarmi, in questi giorni, e quando mi sveglio mi viene in mente una cosa che chissà perché mi viene in mente proprio quella cosa lì, che quello che si può dire, uno pensa: Ma perché si ripetono sempre le stesse cose? Perché le cose che si sono già dette, voleva dire che si potevano dire, e quello che si può dire, cioè una cosa che si può dire è bello, eh?, che si possa dire. Vado a correre.

Se devo essere insincero

martedì 4 Febbraio 2014

Quando sento qualcuno che comincia a parlare dicendo Onestamente, mi vien da pensare a come sarebbe se qualcuno cominciasse a parlare dicendo Disonestamente. E quando sento qualcuno che comincia a parlare dicendo A dire il vero, mi vien da pensare a come sarebbe se qualcuno cominciasse a parlare dicendo A dire il falso. E quando sento qualcuno che comincia a parlare dicendo Se devo dir la verità, mi vien da pensare a come sarebbe se qualcuno cominciasse a parlare dicendo Se devo raccontare una balla. E delle altre cose.

Son contento di morire (ma mi dispiace)

martedì 4 Febbraio 2014

Dopo c’è la luce rossa ma non sempre.
Che uno si chiede Ma di cosa è fatta, la letteratura?, e si può rispondere in tante maniere, per esempio che è fatta di parole, e va bene, ma non bastano quelle, cioè io posso mettermi lì e scrivere tutte le parole che voglio e neanche una lettera di quello che ho scritto è letteratura, per via che, non lo so, per via di che cosa, però è così, e allora la domanda rimane, Di cosa è fatta, la letteratura? Ecco secondo me, rispondere è un po’ difficile, ma secondo me, sicuramente mi sbaglio, ma secondo me, io non sono sicuro ma credo che la letteratura sia fatta di due cose, di disperazione e di urgenza.
E la prima, la disperazione, qui, ce n’è talmente tanta, non è che devo dire io dove andarla a trovare, si trova dappertutto, poi uno la deve curare, la propria, deve farla venire su bene ma io credo che non sia una materia prima che manca, la disperazione, invece l’urgenza, non so, io ci sono dei giorni, per esempio, che ho sei ore per scrivere, poi devo uscire, devo andare a prendere Daguntaj a lavorare, per dire, che lei smette alle sei, e per arrivare fin là io devo uscire alle cinque, che a me piace fare le cose con comodo, comunque è lo stesso, come mi piace fare le cose, non volevo dir quello, volevo dire devo uscire alle cinque, ho cominciato a lavorare alle undici del mattino, fino alle quattro e un quarto non son riuscito combinar niente, poi alle quattro e un quarto all’improvviso si è accesa la lampada dell’urgenza, e in quarantacinque minuti vengon giù quattro pagine che dopo son d’un contento, di averle scritte, per tutta la sera con Daguntaj ogni tanto mi viene in mente Ma che belle cose, che ho scritto, e è un pensiero bellissimo che mi sembra di essere fin più leggero e dura fin che non torno poi a casa di notte che le rileggo che quando poi le rileggo mi dico che mi sembravan più belle, nel ricordo che mi era rimasto, ma questo non c’entra, quello che c’entra è la lampada dell’urgenza, che non è accesa sempre, ogni tanto, e bisognerebbe essere attenti, quando si accende, mi sembra, magari mi sbaglio.