E dopo
Niente, niente. Volevo solo il quaderno per scrivere. Avevo fatto la punta alla matita.
Niente, niente. Volevo solo il quaderno per scrivere. Avevo fatto la punta alla matita.
Avete delle domande?
Sì, volevo chiedere
come mai il fuggi-fuggi
è sempre generale?
Eh?
Ci ha fatto caso?
Eh?
Ci son delle volte che qualsiasi cosa andrebbe bene, e ci son delle volte che non andrebbe bene niente. E non sono le cose, sono le volte. Le cose son sempre le cose, oppure non le sono mai, dipende dalle volte. Ma non sono sicuro.
Ci son stati due o tre momenti, oggi pomeriggio, che ero sul punto di mettermi a lavorare.
Quello che in Sardegna, tra Oristano e Cagliari, dava le spalle al treno e guardava l’orizzonte tenendo in mano un tagliaerba, con un casco di plastica in testa, sembrava un pescatore di erba e il cielo, buio, dietro le montagne basse, disegnava una luce che sembrava una luce da fantascienza, come se da dietro le montagne stessero per arrivare dei nemici bui che avevano paura dei tagliaerba, forse, oppure no.
Vedere una Panda che fa manovra, certi pomeriggi, dalla mia finestra, di quelle vecchie, è una portafinestra, alle 16 e 10, e accorgermi che io non ho finestre, ho solo portefinestre, e chiedermi come’è il plurale di portafinestra, e rispondermi che forse è portefinestra, come purisangue, ma forse no. E pensare che delle volte c’è un incanto, a guardare le cose dalla portafinestra, come una Panda che fa manovra.
In questa casa c’è un’affettatrice, tre tazze grandi, tre tazzine, tre bicchieri, sette cucchiaini, due computer, un centinaio di disegni, due piattini, una stanza da bambini, quattro seggiole pieghevoli, due tavoli, due letti, una scopa elettrica, un ferro da stiro, uno spazzettone, un frigorifero, due tavolini, uno stenditoio da soffitto, sette o otto paia di pantaloni, una trentina di paia di calzini, una decina di paia di mutande, da grande, tre o quattro paia di mutande, da bambina, otto scarpe nere e due scarpe bianche, una ventina di camicie, tre giacche, un impermeabile che ha più di cinquant’anni e adesso non se lo mette mai nessuno, una tromba, uno schedario, una automobilina, dei libri, delle librerie, delle lampade e dei lampadari che costan poco e son montati male.
Le cose continuano ancora, ogni tanto, ad avere l’esaurimento. Dopo passa, e ubbidiscono ancora ai miei ordini. Che io, dopotutto, quel che mi piace, è di dare degli ordini. E chi non mi ubbidisce, mi vien da pensare che non sta bene.
Tolgo la muffa dai muri. Un’altra cosa che non avevo mai fatto, nella mia vita. C’è anche soddisfazione, perché viene via. Ho fatto però dei mestieri più belli, mi vien da pensare. Insegnare le lingue. Insegnare le lingue, mi è successo da giovane, avevo due studenti che tutte le volte che li vedevo, mi sembrava che la loro testa era fiorita. Mi sentivo un giardiniere, ero così contento. E adesso tolgo la muffa dai muri.