Proprio degli amici

venerdì 20 Ottobre 2017

[Dalla Marcos y Marcos son stati così gentili da farmi leggere il libro d’esordio di Paolo Onori, Fare pochissimo, e da permettermi di metterne qui un pezzo, questo qua]

Cioè quando ero giovane qualche amico l’avevo avuto anch’io.
E una cosa che mi ricordo, di quegli amici che avevo, e del nostro modo di considerarci amici, mi ricordo che, ogni tanto, a me, da giovane, succedeva che passavo un po’ di tempo, tipo sei mesi, che non volevo vedere nessuno.
Mi chiudevo in casa, mangiavo, bevevo, leggevo dei libri, guardavo dei film non uscivo di casa per sei mesi.
E i miei amici, una cosa per cui li consideravo ancora più amici, era il fatto che, in quei sei mesi lì, non mi rompevano i coglioni.
Non mi telefonavano, non mi cercavano, rispettavano il fatto che io volevo stare da solo eran proprio degli amici, secondo me.
E quegli amici lì, così discreti, io ce li avevo ancora, erano ancora vivi, solo che ormai, quanto tempo sarà stato, che non ci sentivamo, con i miei amici?
Quanto tempo era che non rompevano i coglioni? Saran stati, non so, dodici anni?
E dopo dodici anni senza sentirsi durava ancora, l’amicizia, o si era estinta?
Chissà.
Il problema era che non c’erano mica dei contratti.
Che in un contratto tu specifichi tutto per bene, oppure una confezione, ci sarebbe voluta una confezione dell’amicizia sul fondo della quale andare a leggere la data di scadenza, allora le cose sarebbero state chiare solo che, non c’erano contratti, non c’era confezione, non c’era specificato niente.

Un riassunto

martedì 17 Ottobre 2017

Un autobus con dei passeggeri che a guardarli sembra che dicano tutti “Anche da lontano, si vede, che non mi vuoi più bene”, una collega che quando la chiamano al telefono lei dice «Obitorio, buongiorno», una moglie con cui non si è sposati che è grama come le verze bagnate, una barista che quando le chiedi un toast ti chiede se te lo deve scaldare, una figlia che sa a memoria una canzone di Orietta Berti, un prete russo che sta cercando di avviare il processo di beatificazione di Stalin, un avvocato che imita Gianni Agnelli e telefona ai suoi clienti alle sei e quaranta del mattino, un insegnante di religione cattolica che, quando si va a confessare, il primo peccato che dice è: «Insegno la religione cattolica», una collega appassionata di trapani che ha un dogo argentino che si chiama Satana, un protagonista convinto che la vita è orribile e meravigliosa: tutte queste cose, e qualche altra ancora, forse fanno un libro che, se uno ha un po’ di pazienza, forse riesce a leggerlo dall’inizio alla fine.

[Di Fare pochissimo, di Paolo Onori, che esce il 9 novembre]

La copertina

lunedì 16 Ottobre 2017

[del libro di Onori]

Un esordiente

lunedì 16 Ottobre 2017

Mi hanno avvisato, da Marcos y Marcos, che sta per uscire il romanzo di un esordiente che ho paura potrebbe essere confuso con me, si trova qui, clic; se volete parlare con lui, non dovete scrivere a me, ma a lui, la sua mail è: opaolo.onori[chiocciola]gmail.com.
Grazie