Pro-memoria (non è una cosa bella)
Non è una cosa bella, ma un altro oggetto che c’era nel mondo di quando ero piccolo e che adesso sono degli anni che non lo vedo più è il vaso da notte, mi sembra.
Non è una cosa bella, ma un altro oggetto che c’era nel mondo di quando ero piccolo e che adesso sono degli anni che non lo vedo più è il vaso da notte, mi sembra.
Mi ha detto un mio amico che i floppy disk, l’unico posto dove ce ne sono ancora, sono le micro-icone che bisogna cliccarci sopra per salvare i file dei programmi di scrittura; che se le si fa vedere a un bambino che non ha mai visto i floppy disk, quelle icone lì, chissà cosa pensa che sono, adesso quando vedo la Battaglia provo a chiederglielo.
E io, a pensarci, eran degli anni, che avrei voluto scrivere un libro su quel sentimento, e una delle cose che mi ha trattenuto, oltre al fatto che io ultimamente quando c’è da scrivere qualcosa mi trattengo naturalmente, dallo scriverla, perché ho come bisogno di avere sempre qualcosa da rimproverarmi, è così bello avercela con qualcuno, e avercela con me, in particolare, poi, è bellissimo, è così confortante, io, dicevo, la cosa che mi ha trattenuto dallo scrivere un libro simile a questo che avevo pensato di scrivere era il fatto che quel libro lì che avrei voluto scrivere l’aveva già scritto un altro, che io è vero che avrei voluto scriverlo anche prima che avessero scritto quell’altro, che quando l’avevo visto per la prima volta in libreria mi ricordo ho pensato “Noo”, e poi quando l’avevo poi visto mi ero ripetuto nella mia testa l’inizio della nota finale che Sciascia aveva messo al suo Candido, che comincia così: «Dice Montesquieu che un’opera originale ne fa quasi sempre nascere cinque o seicento altre, queste servendosi della prima all’incirca come i geometri si servono delle loro formule».
Sto leggendo On Writing di Stephen King, oggi lo finisco, e, magari mi sbaglio, mi sembra un atteggiamento stranissimo e affascinante, quello di Stephen King, salta di pari il novecento, è come se non esistessero Pirandello, Svevo, Kafka, Hašek, Queneau, Camus, Čechov, Brodskij, ma anche, non so, Philip Roth, per esempio, e adesso mi devo alzare perché scrivo steso sul letto e ho sentito un rumore, in cucina, come di uno che si alza in piedi che è un rumore strano perché son solo in casa non mi fa bene, a me, leggere Stephen King.
Tre o quattro anni fa, alla vigilia di Natale, mi ha chiamato Mario Dondero mi ha detto Ciao, sono Mario Dondero, volevo farti gli auguri. E il gli ho detto Ma lo sai chi sono, io? E lui mi ha detto Sì, lo so. E io gli ho detto Ah, grazie. Auguri anche a te. Ma forse era un ultimo dell’anno.
A me non piace, il vino. Per un po’ di anni pensavo che mi piacesse, lo bevevo, poi, intorno ai trent’anni, mi sono accorto che non lo bevevo perché mi piaceva, lo bevevo perché ero un maschio, e, quando ero piccolo io, un maschio doveva berlo, il vino, essere astemi non era una cosa virile e io, da piccolo, volevo esser virile, dopo poi crescendo mi è passata la smania di esser virile ho preferito far le cose che mi piacevano mi sono accorto che il vino non mi piaceva e poi ieri, quando ho visto che a Reggio Emilia vendevano un vino che si chiama spergola, mi sono ricordato che ne avevo bevuto un bicchiere all’osteria della capra, a Cavriago, e che mi era piaciuto, quando ero ancora convinto che il vino mi piacesse, e ho pensato di comperarne una bottiglia per Togliatti che a lei le piace, il vino, solo che poi ho sentito Bertini, che a lui gli piace, il vino, anche a Bertini, ho sentito Bertini dire che quella spergola lì sapeva troppo di vino e ho pensato «Ma a uno che gli piace, il vino, non dovrebbe piacergli un vino che sa di vino? A me il vino non piace, ma a uno che gli piace, il vino, – ho pensato, – gli deve piacere proprio il vino che sa di vino, no?». Solo che mi è venuto il dubbio ho chiamato Togliatti le ho chiesto se le piace il vino che sa di vino lei mi ha detto di no, che il vino che sa di vino a lei non piace tanto. «Ma non ti piace il vino?», le ho chiesto io. «Sì, – mi ha detto lei, – il vino mi piace, ma quello che sa di vino mica tanto». «Ah ho capito», le ho detto io, ma non lo sapevo se avevo capito davvero. La spergola comunque non l’ho comprata.
Altresì.
Quand’ero a Roma per il festival della piccola editoria, l’altra settimana, m’è arrivata una mail da Ibs, la libreria elettronica, che diceva: «Una grande novità su IBS, quest’anno puoi ordinare online vini, panettoni e pandori a prezzo speciale!». Ecco.
Dopo, ieri sera, in via Mascarella, nel passare in bicicletta c’eran due che parlavano tra loro e ho capito una parola sola, microcriminalità, e ho pensato che, quando ero piccolo io, negli anni settanta, non esisteva mica, quella parola lì, microcriminalità.