Niente, niente, niente

giovedì 1 Ottobre 2009

Tutte le volte che, in questi anni, ho sentito parlare di nichilismo, e è successo spessissimo, ne parla continuamente anche il papa, mi è tornato in mente questo romanzo di Turgenev e in particolare il protagonista, Bazarov, e le rane, e quando per esempio ho visto il film dei fratelli Coen Il grande Lebowski, dove c’era un gruppo di nichilisti, tutti vestiti di pelle nera, che ripetevano continuamente «Noi non crediamo a niente, noi non vogliamo niente, noi non sappiamo niente», mi è venuto in mente che Bazarov non era così, lui credeva nelle rane, e non fingeva di rapire le mogli di facoltosi produttori cinematografici, come i nichilisti dei fratelli Coen, se non ricordo male, ma studiava continuamente e curava la gente e sapeva parlare coi contadini.

Mi è sembrato, nei vent’anni che sono passati dalla prima volta che ho letto Padri e figli, che il nichilismo, così come Turgenev l’aveva presentato alla pubblica opinione occidentale, fosse stato, nella sua variante moderna, completamente travisato, e mi sembrava che quelle tre cose, Bazarov, il nichilismo e le rane, fossero il senso del romanzo, e che nella corretta interpretazione del nichilismo, del ruolo di Bazarov, e del suo lavoro con le rane, stesse il senso di Padri e figli.

Adesso che l’ho riletto dopo vent’anni, mi sembra che le cose non stiano così.

[Inizio della postfazione – o prefazione – dell’edizione dei classici della Feltrinelli di Padri e figli di Turgenev (esce nel 2010)]

Amico mio

mercoledì 19 Agosto 2009

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– Oh, amico mio, Arkadij Nikolaič, – esclamò Bazarov, – ti prego di una cosa: non parlare bene.

[Ivan Sergeevič Turgenev, Padri e figli, capitolo XXI]

Litigavano

lunedì 17 Agosto 2009

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Davanti alla prima isba c’erano due contadini col cappello, e litigavano. «Te sei un gran maiale, – diceva uno all’altro, – e peggio di un porcellino piccolo».

[Ivan Turgenev, Padri e figli, capitolo XIX]

Com’è possibile?

domenica 16 Agosto 2009

– No – disse l’Odincova staccando le parole.

[Turgenev, Padri e figli, capitolo 17]

Su un

martedì 11 Agosto 2009

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Gli si presentò ancora alla mente la povera moglie, ma non come l’aveva conosciuta per molti anni, non la buona massaia, la brava padrona di casa, ma una giovane ragazza con un corpo sottile, uno sguardo innocentemente indagatore e una treccia annodata stretta su un collo da bambina.

[Ivan Sergeevič Turgenev, Padri e figli, capitolo XI]