La donna
Io, la donna, vedi,
ce l’avrei,
che l’ho anche vista.
Ma lei sta là lontano
dio-sa-dove
e io son qua
senza motorino
che poi non so guidare.
[Nino Pedretti, Al vòusi, Torino, Einaudi 2007, p. 76]
Io, la donna, vedi,
ce l’avrei,
che l’ho anche vista.
Ma lei sta là lontano
dio-sa-dove
e io son qua
senza motorino
che poi non so guidare.
[Nino Pedretti, Al vòusi, Torino, Einaudi 2007, p. 76]
I nomi delle strade
Le strade sono
tutte di Mazzini, di Garibaldi,
son dei papi,
di quelli che scrivono,
che dan dei comandi, che fan la guerra.
E mai che ti capiti di vedere
via di uno che faceva i berretti
via di uno che stava sotto un ciliegio
via di uno che non ha fatto niente
perché andava a spasso
sopra una cavalla.
E pensare che il mondo
è fatto di gente come me
che mangia il radicchio
alla finestra
contenta di stare, d’estate,
a piedi nudi.
[Nino Pedretti, Al vòusi, p. 19]
I partigiani
Non è per via della gloria, che siamo andati in montagna, a far la guerra. Di guerra eravam stanchi, di patria anche. Avevamo bisogno di dire: lasciateci le mani libere, i piedi, gli occhi, le orecchie; lasciateci dormire nel fienile, con una ragazza. Per questo abbiam sparato, ci siamo fatti impiccare, siamo andati al macello col cuore che piangeva, con le labbra tremanti. Ma anche così sapevamo che di fronte a un boia di fascista noi eravam persone, e loro marionette.
[Nino Pedretti, Al vòusi e atre poesie in dialetto romagnolo, Torino, Einaudi 2007, pp. 17-18, la poesia si intitola I partigièn]
Le cambiali
Un muro bianco si staglia sull’azzurro, senza una nuvola. I piccioni camminan sopra i coppi e poi si aprono all’aria. «C’è ancora il cielo, – dico – Madonna com’è bello». Me l’ero dimenticato, per via delle cambiali.
[Nino Pedretti, Al vòusi, cit., p. 37]
I nomi delle strade
Le strade sono
tutte di Mazzini, di Garibaldi,
son dei papi,
di quelli che scrivono,
che dan dei comandi, che fan la guerra.
E mai che ti capiti di vedere
via di uno che faceva i berretti
via di uno che stava sotto un ciliegio
via di uno che non ha fatto niente
perché andava a spasso
sopra una cavalla.
E pensare che il mondo
è fatto di gente come me
che mangia il radicchio
alla finestra
contenta di stare, d’estate,
a piedi nudi.
[Nino Pedretti, Al vòusi, cit., p. 19]
Adesso basta
Noi, gente da niente
abbiam fatto le strade
abbiam fatto le torri
le mura della città.
Noi, gente da niente
abbiam toccato con le mani
tutto quel che vedi,
ogni puntino.
Ma a noi ci han fatto diventare ciechi
a fare le cerniere lampo,
ci hanno rotto i polmoni
nella polvere delle filande
ci hanno bruciato nella calce
ci hanno ammazzati: nei camion
che andavano nel buio
nella nebbia e sotto l’acqua.
Noi, gente da niente,
abbiamo fatto il mondo
e adesso basta.
[Nino Pedretti, Al vòusi, cit. p. 20]