Abbiamo salvato l’Europa
Questa settimana Matteo Renzi è andato all’Onu a parlare e è arrivato in ritardo e che a chi gli chiedeva il motivo di questo ritardo sembra abbia detto: «Sono arrivato in ritardo perché l’altra sera abbiamo salvato l’Europa». Che a me, quando l’ho sentito, mi ha fatto venire in mente un libro che avevo regalato a mia figlia quando faceva la prima elementare, un libro scritto da Davide Calì e illustrato da Benjamin Chaud che si intitolava Non ho fatto i compiti perché e suggeriva una serie di scuse del tipo: «Non ho fatto i compiti perché un aeroplano pieno di scimmie è atterrato nel mio giardino»; oppure: «Non ho fatto i compiti perché, avevo appena cominciato, siamo stati attaccati dai vichinghi»; o, ancora: «Non ho fatto i compiti perché sono stato rapito da un Ufo»; o, altrimenti: «Non ho fatto i compiti perché il mio cane è stato ingoiato da un altro cane e ho passato tutto il pomeriggio dal veterinario»; o, se no: «Non ho fatto i compiti perché son dovuto andare al funerale del mio gatto»; o, anche: «Non ho fatto i compiti perché siamo rimasti senza riscaldamento e ho dovuto usare i quaderni per accendere il fuoco». Ecco, in questa galleria di scuse memorabili mi sembra ci stia bene anche quella di Matteo Renzi che all’Onu dice: «Sono arrivato in ritardo perché l’altra sera abbiam salvato l’Europa». Che Matteo Renzi, la sua politica potrà essere discutibile, ma le cose che dice e che scrive spesso son memorabili per esempio, quand’era sindaco di Firenze, lui avrebbe voluto rimuovere un affresco di Vasari che c’era su un muro di palazzo vecchio perché dietro quell’affresco, secondo uno studioso americano, avrebbero potuto esserci i resti di un affresco di Leonardo Da Vinci che si chiama La battaglia di Anghiari che, secondo la maggior parte degli storici dell’arte, è stato distrutto da secoli, ma secondo Renzi forse no, ed era così preso, Renzi, da questa possibilità di riesumare La battaglia di Anghiari, che aveva dato l’autorizzazione a fare dei buchi nell’affresco di Vasari e, per convincersi e convincere che fosse una cosa sensata ha scritto, in un libro che si chiama Stil novo ed è uscito per Rizzoli nel 2012 e che era pieno di frasi bellissime come: «Dobbiamo avere la forza di sconfiggere il pensiero debole dei poteri forti, o presunti tali», oppure: «Sono sicuro che se Dante fosse in vita scriverebbe sul suo blog parole al vetriolo contro queste assurdità»; o, ancora, «E invece Dante era un ganzo. Amava l’amore, amava la politica, amava le passioni forti. Detta male: gli garbava vivere»; o, anche: «Io sono convinto che Dante era di sinistra, anche se non lo sapeva», Matteo Renzi si era convinto, dicevo, che sarebbe stato importantissimo far rivivere La battaglia di Anghiari perché La battaglia di Anghiari veniva unanimemente considerato, tra i contemporanei di Leonardo, il capolavoro di Leonardo, e, prevedendo un’obiezione dei propri contemporanei, Renzi aveva aggiunto: «Anche perché diciamo la verità, la Gioconda è più enigmatica che bella», che a me sembra una frase talmente insensata, talmente strampalata e assurda, da essere memorabile, indimenticabile e disarmante, un po’ come «Non ho fatto i compiti perché siamo rimasti senza riscaldamento e ho dovuto usare i quaderni per accendere il fuoco».
[Uscito ieri su Libero]