A Mosca
Tutte le volte che vado a Mosca, c’è un posto dove vado per piangere. È il cimitero del monastero di Novodevič’e. Ci vado per portare tre fiori sulla tomba del poeta su cui ho fatto la tesi, che si chiama Velimir Chlebnikov e che è nato nel 1885 e è morto nel 1922. E poi, tutto le volte, mi metto a piangere. Non so perché. Prima che nascesse mia figlia, pensavo che gli anni che avevo lavorato su Chlebnikov fossero il periodo più bello della mia vita, e tutte le volte che sono lì, sulla tomba di Chlebnikov, mi torna in mente la prima poesia di Chlebnikov che ho letto, nell’ottantanove, alla biblioteca Guanda di Parma: «Quando stanno morendo, i cavalli respirano, Quando stanno morendo, le erbe si seccano, Quando stanno morendo, i soli si bruciano, Quando stanno morendo, gli uomini cantano delle canzoni». Credo però che una visita al cimitero del monastero di Novodevič’e di Mosca, sia una cosa interessante anche per chi non ha fatto la tesi su Chlebnikov.