In mezzo al mare
Una signora, al supermercato, diceva che questo caldo non è mica normale e che là, in mezzo al mare, ci sono gli oceani che bollono.
Una signora, al supermercato, diceva che questo caldo non è mica normale e che là, in mezzo al mare, ci sono gli oceani che bollono.
E mi è venuto in mente, oggi pomeriggio, che chissà se un bambino, o una bambina, quando gli chiederanno, tra qualche anno, Cosa vuoi fare da grande?, risponderà mai Voglio lavorare in un call-center. Sarebbe bello.
E mi son ricordato questa cosa di Oblomov:
Si lasciavano alle spalle l’amore come se fosse l’abc del matrimonio, una forma di gentilezza, come fare un inchino entrando in società e poi via, presto, al lavoro. Come se fossero impazienti di scrollarsi di dosso la primavera della vita; molti, anzi, avrebbero poi guardato male le loro mogli per tutta la vita, come se li facesse arrabbiare il fatto di esser stati, un tempo, così stupidi da amarle.
E oggi pensavo che una delle frasi che ho sentito più spesso, in questi ultimi anni, è «Trenitalia whishes you a pleasant journey».
Non sapevo mai come cominciare.
E mi dimenticavo che quel problema lì che avevo sempre, di cominciare, era un problema che non era un problema perché la cosa importante non era come cominciare, era quando, cominciare.
Che dopo, se cominciavi, avevi cominciato, avevi già risolto il problema.
L’altro giorno Luca, alla scuola elementare di scrittura emiliana e di letteratura russa, ha detto che una persona impegnata, negli anni settanta del novecento, era uno che aveva un’idea politica, prevalentemente di estrema sinistra, oggi, una persona impegnata, è uno che ha un sacco di cose da fare, ha detto Luca. E stamattina, a andare a correre, mi è venuto in mente che subito dopo la guerra, la parola impegnato aveva probabilmente a che fare col monte dei pegni, secondo me. Il passaggio sarebbe: pochi soldi – marxismo leninismo – troppo lavoro.
Ho scoperto ieri che almeno due allievi della scuola elementare di scrittura emiliana e di letteratura russa, sono nati alla fine degli anni ottanta, non sanno cos’è il duplex , che è una cosa che mi ha un po’ stupito, aveva un nome così bello, il dupulex, era un nome così moderno, era così indice di progresso, un po’ come il fustino salvaspazio, mi viene da dire, non avrei mai detto che sarebbe durato così poco, forse ancora meno della Germania Est.
Ieri sera mi sono accorto che una delle mie più grandi soddisfazioni, nella mia vita da adulto, è trovare il bagno quando ho voglia di far la pipì.
Oggi ero a pranzo a Cesenatico, mi è venuto da pensare alla scomparsa degli stuzzicadenti. Dove sono andati a finire, in questi ultimi anni, che su tutti i tavoli di tutti i ristoranti e nelle cucine di tutte le case private di tutto il mondo occidentale c’eran degli stuzzicadenti, e adesso?
Quelli che li facevano, cosa fanno?
Dopo poi son tornato a casa, mi son messo a sentire la radio, radio 3, una trasmissione che parla di libri, che si chiama Fahrenheit, in diretta straordinaria da Roma, che c’è un festival che si chiama Libri come, i primi tre intervistati erano tre stranieri con tre traduttrici sembrava una seduta del parlamento europeo.