Anche quest’anno

martedì 9 Gennaio 2018

Succede sempre sempre sempre sempre, che quando devo cominciare a lavorare (davvero) divento cattivo.

Volevo dirlo

domenica 7 Gennaio 2018

Io comunque non sono un elettore, io sono una persona. E se qualcuno si rivolge a me come elettore, non lo ascolto nemmeno. Volevo dirlo. Se qualcuno mi chiama Elettore, io non mi volto nemmeno. Volevo dirlo.

Che dispiacere

giovedì 4 Gennaio 2018

Qualche giorno fa sono stato in via Cartoleria, che è da una parte della città (Bologna) dove io non vado mai, io vado dalla Croce di Casalecchio a piazza Maggiore e vicecersa, oltre piazza Maggiore è difficile che mi spinga, tranne per andare all’Atelier Sì, in via San vitale, ma questo non c’entra.
Dalla mia parte della città, in via Andrea Costa e in via Sant’Isaia, uno, con una bomboletta rossa e una blu, ha scritto, un paio di anni fa, una serie di scritte, ma tante, che sono, più o meno: «Renzi via», «Renzi basta», «Renzi vattene», «Basta Renzi», «Renzi vai a casa», che le deve aver scritte nel periodo che Renzi faceva il presidente del consiglio.
Ecco, l’altro giorno, in via Cartoleria, ho visto che c’erano delle scritte, con una bomboletta rossa e blu, «Renzi via», «Renzi basta», «Renzi vattene», «Basta Renzi», «Renzi vai a casa», e mi sono sorpreso perché pensavo che quello lì abitasse dalla mia parte della città.
Invece, dove abita non lo so, ma ha fatto un lavoro grandissimo e, l’altro giorno, in via Cartoleria, ho pensato che quello lì, quando Renzi si è dimesso da presidente del consiglio, ci dev’essere rimasto malissimo, perché il gran lavoro che lui aveva fatto adesso forse non serviva quasi a niente, credo.

Sì sì

lunedì 1 Gennaio 2018

Ci sono certi giorni che è così stupefacente, la mia voglia di far niente, che mi mette di buonumore.

E più si diventa vecchi più peggiora

domenica 31 Dicembre 2017

Nello zaino, quando esco di casa, prendo sempre su da lavorare, nel caso trovi cinque minuti per lavorare, e da leggere, nel caso trovi cinque minuti per leggere, e il caricatore del cellulare, nel caso trovi cinque minuti per caricare il cellulare, e la password della banca per fare un bonifico, nel caso trovi cinque minuti per fare un bonifico, e la bottiglia dell’acqua per bere, nel caso trovi cinque minuti per bere, e le medicine da prendere, nel caso trovi cinque minuti per prendere le medicine.

Una memorabile serial killer

sabato 30 Dicembre 2017

In un libro che si intitola Mente criminale (l’ha scritto Massimo Picozzi) si racconta che in Germania, nel 2001, qualcuno, in un parco, ha conficcato l’ago di una siringa nella mano di un bambino. Non son riusciti a prenderlo, ma son risaliti al suo DNA. Quel DNA era già registrato, corrispondeva a due delitti non risolti in Renania e in Svizzera, nel 1993. Un DNA femminile: una serial killer. Lo stesso DNA viene trovato su una pistola giocattolo usata in una rapina in Francia di qualche anno dopo. E, nel 2007, lo stesso DNA viene trovato a Heilbronn, sull’automobile sulla quale viene uccisa una poliziotta impegnata in un’indagine antidroga. E, nel 2008, a Mannheim, lo stesso DNA salta fuori sul cadavere di un georgiano implicato nel traffico di auto usate. E, nel marzo del 2008, lo stesso DNA viene trovato sul luogo dell’omicidio, a scopo di rapina (300 euro) di un’infermiera a Niederstetten, che dovrebbe essere una cittadina tedesca. E nel 2009 lo stesso DNA salta fuori sul cadavere, ritrovato in Francia, di un immigrato clandestino carbonizzato. Un maschio. Con un DNA femminile. Allora si accorgono che la serial killer, che da anni chiamavano Il fantasma di Heilbronn, non è proprio una serial killer. Che quel DNA «era già presente sui tamponcini in cotone usati per le tracce. In gergo tecnico si chiama “contaminazione”. I cotton-fioc utilizzati da molti dipartimenti di polizia provenivano tutti dalla medesima azienda, nella quale erano impiegate parecchie operaie dei paesi dell’Est e il DNA apparteneva a una di loro», scrive Picozzi. Che è una storia che non conoscevo e che sembra quella del Sottotenente summenzionato, di Jurij Tynjanov, un po’. Che era un critico russo dei primi del novecento (Tynjanov) che racconta dello zar Paolo primo (e unico) che promuove generale e fa sposare un sottotenente che non esiste (che salta fuori da un rapporto dove lo si chiama Il sottotenente summenzionato). Buongiorno.

Anche oggi

venerdì 29 Dicembre 2017

E al mattino, quando trovo il cappello, prima di uscire di casa, che soddisfazione.

A convincermi

giovedì 28 Dicembre 2017

A me il mio lavoro mi piace così tanto che non lo faccio proprio tutti i giorni tutti i giorni.
Ci son dei giorni che lo tengo per il giorno dopo.
Mi dico Dài, lavoriamo domani, sacrifichiamoci un po’, oggi, riposiamoci e poi domani ci diamo un sacco da fare, cerco di convincermi e ci riesco quasi sempre.

Di niente

martedì 26 Dicembre 2017

Oggi, per esempio, non è la giornata mondiale di niente, però il 21 dicembre, cinque giorni fa, è stata la giornata mondiale dello snowboard e il 22 dicembre, quattro giorni fa, la giornata mondiale dell’orgasmo, che noi l’abbiam fatta passare così, senza farci caso (lo dicono qui: clic).

Comunque

domenica 24 Dicembre 2017

Comunque io non capisco perché l’orzo, che quando ero piccolo era l’orzo, adesso sia diventato il caffè d’orzo. Poverino.