Tutto

lunedì 29 Maggio 2023

E sempre, al mattino, mi vien da pensare che si mette a posto tutto, che ce la facciamo, e raramente mi torna in mente che quei pensieri lì, in Guerra e pace, a Pierre Bezuchov gli vengono quando è ubriaco. Buongiorno.

Una cosa magnifica

martedì 10 Maggio 2022

«Ormai è chiaro che ci sarà questa guerra contro Napoleone. Se fosse una guerra per la libertà, capirei, sarei il primo a prestar servizio nell’esercito; ma aiutare l’Inghilterra e l’Austria contro il più grande uomo che ci sia al mondo… no, è una cosa che non va.»
A questi discorsi infantili di Pierre il principe Andrej si limitò a stringersi nelle spalle, come per dire che a simili stupidaggini non si poteva rispondere; ma in effetti era difficile rispondere a quelle ingenue argomentazioni in modo diverso da come rispose il principe Andrej.
«Se tutti andassero in guerra solo in base alle proprie convinzioni, le guerre non ci sarebbero più,» disse.
«E sarebbe una cosa magnifica,» disse Pierre.
Il principe Andrej ebbe un risolino.
«Sì, forse sarebbe una cosa magnifica, ma non si arriverà mai».

[Lev Tolstoj, Guerra e pace, traduzione Pietro Zveteremich, Milano, Garzanti 2014, p. 37 (l’immagine è di Sergej Bondar)]

Per sentirsi meno sola

martedì 17 Marzo 2020

Una, dopo una serie di sfortune sentimentali, era andata a vivere per i fatti suoi. Per sentirsi meno sola dormiva con Guerra e Pace, edizione Garzanti 2016, e lo abbracciava a cucchiaio.

[Dal Repertorio dei matti della letteratura russa, in preparazione]

Un consiglio

mercoledì 30 Ottobre 2019

Se volete perdere dei treni, scordarvi di scendere dagli autobus, fare tardi agli appuntamenti, mettetevi a leggere, o a rileggere, Guerra e pace.

[Da una conversazione a margine della scuola media inferiore di scrittura emiliana all’estero (Milano)]

Lutti

domenica 16 Aprile 2017

L’anno scorso, il supermercato dove vado io è stato chiuso per qualche mese, che lo dovevano rifare, e, per me, quello lì, è stato una specie di lutto; ogni tanto, quasi tutti i giorni, mi veniva in mente che il supermercato era chiuso e mi dispiaceva così tanto, era come non avere più un posto pulito (illuminato bene) dove andare quando avevi bisogno di qualcosa. Ecco, quella sensazione lì mi è tornata in mente oggi quando mi sono accorto che non posso più leggere Guerra e pace perché l’ho finito, e mi dispiace così tanto.

Конец книги

martedì 11 Aprile 2017

Ho finito di leggere Guerra e pace e mi sono accorto che, in Guerra e pace, le cose che mi dispiacciono, come la morte di Petja, o di Platon Karataev, son le cose che mi piacciono, mi vien da dire, e le cose che mi piacciono, come il matrimonio di Pierre, che Pierre è così simpatico, quando gli va male, uno glielo augura, che gli vada bene, solo che, quando poi gli va bene, che succede una cosa che mi piace, ecco lui, che era così simpatico, non è più così simpatico e un po’ mi dispiace, non so se si capisce, e allora voglio che gli vada bene senza che gli vada bene, chiedo un po’ troppo, forse.

Stando ai dottori

lunedì 10 Aprile 2017

tre giorni dopo il suo arrivo, mentre si accingeva a partire per Kiev, si ammalò e dovette fermarsi per tre mesi a Orël; stando ai dottori, era afflitto da una febbre biliare. Sebbene i dottori lo curassero, gli estraessero il sangue e gli dessero da inghiottire delle medicine, ciò nonostante guarì lo stesso.

[Lev Tolstoj, Guerra e pace, traduzione di Pietro Zveteremich, Milano, Garzanti 2007, pp. 1000-1001]

A leggere Guerra e pace

sabato 8 Aprile 2017

Poco, mi serve.
Una crosta di pane,
un ditale di latte,
e questo cielo
e queste nuvole.

[L’altro giorno, a leggere Guerra e pace, sembrava che ci fosse dentro questa poesia di Chelbnikov]

L’oggetto della nostra indagine

martedì 28 Marzo 2017

Nei primi quindici anni del XIX secolo l’Europa conosce un inconsueto movimento di milioni di uomini. Gli uomini lasciano le loro abituali occupazioni, corrono da un angolo all’altro dell’Europa, rapinano, assassinano, trionfano e si disperano, per molti anni l’intero corso della vita cambia rivelando un intenso movimento che inizialmente va crescendo e poi diminuisce. Perché e in base a quali leggi avveniva tutto questo? si chiede la mente umana.
Gli storici, tentando di rispondere, raccontano le imprese, citano i discorsi di alcune decine di persone riunite in un edificio di Parigi, e per definire queste imprese e questi discorsi usano il termine «rivoluzione»; poi ci danno dettagliate biografie di Napoleone e di altri personaggi, alcuni a lui favorevoli, alcuni ostili, spiegano come e quanto queste persone si influenzassero a vicenda, e affermano: ecco come è nato questo movimento ed ecco le sue leggi.
/…/
Per studiare le leggi della storia dobbiamo sostituire completamente l’oggetto della nostra indagine, lasciare in pace i re, i ministri e i generali, e studiare quegli elementi omogenei e infinitesimali che condizionano il comportamento delle masse. È impossibile prevedere quanto lontano si possa andare su questa strada di comprensione delle leggi della storia; ma è evidente che solo su di essa si trova la possibilità di cogliere tali leggi, e la mente umana non ha ancora impiegato in questa direzione una milionesima parte degli sforzi che gli storici hanno impiegato per descrivere le imprese dei vari re, condottieri e ministri e per esporre le loro considerazioni in merito alle imprese stesse.

[Lev Tolstoj, Guerra e pace, traduzione di Pietro Zveteremich, Milano, Garzanti 2007, pp. 1000-1001]

Avoir l’oreille tirée par l’empereur

domenica 19 Marzo 2017

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Avoir l’oreille tirée par l’empereur era considerato il massimo degli onori e dei favori presso la corte imperiale di Francia.

[Lev Tolstoj, Guerra e pace, traduzione di Pietro Zveteremich, Milano, Garzanti 2007, p. 765]