Uomini d’affari

domenica 13 Maggio 2012

Stamattina, sabato mattina, parto per la fiera del libro di Torino, e stanotte, sabato notte, dormirò in un albergo vicino al Lingotto, quell’ex fabbrica della Fiat che è diventata una specie di mega centro congressi. È un albergo dove sono già stato, geometrico, pulito, con un asceensore panoramico, un albergo da uomini d’affari. Prima di cominciare a scrivere dei libri, io ero un uomo d’affari: ero il responsabile amministrativo di una joint venture franco-italiana che doveva posare un gasdotto nel sud della Francia, e uno dei motivi per cui mi son messo a scriver dei libri, è non avere più niente a che fare con gli uomini d’affari, fuori e dentro di me. Perché a me sembra che la letteratura, più che nei centri congressi, sia più facile trovarla nella spazzatura, nei cassonetti, negli ospedali, sui filobus, nelle sale d’attesa degli ambulatori veterinari, nei bagni dei cinema, nei sottopassaggi abbandonati, sotto i cavalcavia, nei prati dopo che hanno smontato i tendoni dei circhi, nelle tabaccherie, nelle collezioni di francobolli, negli espositori delle cartoline, nei pavimenti dei bar quando sono cosparsi di segatura e in tanti altri posti ancora, ma è finito lo spazio di questo articolo.

[uscito ieri su Libero]