Stamattina

venerdì 24 Novembre 2017

Al carcere di Opera, stamattina, mi hanno detto che dovevo lasciare lo zaino e la borsa in deposito, che era dietro una porta di ferro. Su quella porta c’era attaccato un foglio bianco, e era attaccato con il nastro isolante quello marrone, da pacchi, che c’è della gente che dice che non è isolante, e sul foglio c’era scritto: «Deposito oggetti di vario genere». Che quando l’ho visto ho pensato che si poteva togliere «di vario genere». Lasciare «Deposito oggetti». Poi ho pensato che si poteva togliere anche «oggetti». Lasciare «Deposito». Che non è che puoi lasciare in deposito delle idee, o dei sentimenti. Se vuoi lasciare in deposito qualcosa devi lasciare in deposito un oggetto. O degli oggetti. Un deposito è, per forza di cosa, un deposito oggetti, mi è sembrato. Delle borse, degli zaini. Delle merci. Qualsiasi cosa. Non delle idee o dei sentimenti. Delle derrate alimentari. Dei chicchi di grano. Tantissimi. Che sono anch’essi, mi sembra, degli oggetti. E niente. Dopo è arrivata la guardia sono entrato in carcere.