Pera

sabato 2 Agosto 2014

Lev Tolstoj, Guerra e pace

 

 

 

 

 

Come le sembrava strano, straordinario, gioioso, il fatto che suo figlio – quel figlio che vent’anni prima si muoveva appena dentro di lei con le sue minuscole membra, quel figlio per cui aveva litigato con il conte che lo viziava, quel figlio che aveva imparato a pronunciare prima «pera» e poi «papà», che quel figlio adesso fosse laggiù, in terra straniera, fra gente sconosciuta, e fosse un soldato valoroso, e fosse solo, senza l’aiuto e senza la giuda di nessuno, e là adempisse a doveri di un uomo adulto.

[Lev Tolstoj, Guerra e pace, traduzione di Pietro Zveteremich, Milano, Garzanti 2007, p. 290]