Nutrimenti democratici

sabato 2 Febbraio 2013

In questi giorni devo finire di scrivere un libro che sto scrivendo da un po’ di tempo e che mi agita, come succede a chi scrive dei libri quando li sta finendo di scrivere. Solo che, pensando a come mi agitavano i libri i primi tempi che li scrivevo, e confrontando quell’agitazione con l’agitazione contemporanea, e constatando che quella contemporanea è parallela, se così si può dire, a una piccola preoccupazione per la salute di una bambina di otto anni che ha un po’ di tosse, e che chiameremo convenzionalmente la Battaglia, e che è una bambina che si trova nella condizione di aver l’avventura di esser mia figlia, mi è venuto da pensare che, tra le due preoccupazioni, la preoccupazione per la tosse della Battaglia prevale, anche per via del fatto che di quella tosse, in questi giorni, mi devo occupare io, dal momento che la mamma della Battaglia ha l’influenza, e in questa necessità in cui mi trovo di occuparmene c’è anche una specie di compiacimento che deriva, credo, dal fatto che io, come babbo, fin da quando è nata, la Battaglia, mi son sentito un po’ messo da parte.
Quando è nata, per esempio, il fatto che sua mamma potesse allattarla, e io no, a me non piaceva. Mi sembrava ingiusto, e insistevo per un passaggio al latte in polvere che mi sembrava un nutrimento più democratico, e non c’è stato niente da fare.
Anche se poi, quando è stato il momento di provare a farle mangiare qualcosa di solido, alla Battaglia, la mamma della Battaglia, che aveva probabilmente capito il mio malcontento, se così si può dire, ha lasciato che fossi io, a darle da mangiare per la prima volta, e io le ho dato una mela grattugiata, e non sapevo se le sarebbe piaciuta, e quando poi l’ha mangiata mi ricordo che ero stato contentissimo, di avere assistito, e contribuito, a una cosa del genere, cioè al fatto che una bambina di pochi mesi mangiasse una mela grattugiata, che mi sembrava un evento stupefacente, ma la cosa più stupefacente, e memorabile, per me, è stato il fatto che poi, a annusarla, la Battaglia odorava di mela. E io questa storia, alla Battaglia, quando poi è diventata grande, gliel’ho poi raccontata tante di quelle volte che secondo me si è stancata, di sentirla, allora ho pensato che questa settimana ve la raccontavo a voi che invece non l’avevate mai sentita, forse.

[uscito ieri su Libero]