Mi abbottono e corro

venerdì 11 Ottobre 2013

manganelli, cina e altri orienti

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Sono davanti alle ceramiche igieniche internazionali, impettito e indecoroso, e sto pisciando. Ed ecco sento una spazzola leggera che percorre affettuosamente la mia schiena. Non ci credo, e tuttavia non v’è dubbio: qualcuno in quel momento mi sta spazzolando. Mormoro qualcosa, tento di schermirmi, mi sento degradato a livello di potente della terra. Quando, un istante dopo, mi sto lavando le mani, qualcuno con grazia e inefficienza mi spazzola le scarpe. Lo guardo, è piccolo, magro, tra olivastro e nero: ha il tocco leggero e ama produrre sensi di colpa tra i clienti dell’aeroporto. Naturalmente, sono a Manila; più esattamente, sto per partire, e questo paese tetramente sorridente, docile e magro, si congeda con un gesto che potrebbe essere infimo, ma che non manca della malinconica, ironica dignità che sempre si riconosce nell’astuzia dei poveri e degli oziosi. Mi abbottono e corro verso l’inshallah delle linee aeree pakistane.

 

[Giorgio Manganelli, Cina e altri orienti, Milano, Adelphi 2013, p. 56]