Il centro delle loro vite

sabato 28 Febbraio 2015

Emmanuel Carrère, Il Regno

Eppure viene creduta. Sono in molti a crederci. Durante la messa recitano il Credo, ogni frase del quale è un insulto al buonsenso, e lo recitano nella loro lingua, che si presume capiscano. Quand’ero piccolo, la domenica mio padre mi portava in chiesa e gli dispiaceva che la messa non fosse più in latino, un po’ perché, ricordo ancora le sue parole, «in latino non ci si accorgeva che scemenza fosse». /…/ Comunque, tra i fedeli, accanto a quelli che si fanno cullare dalla musica senza preoccuparsi delle parole devono esserci anche quelli che le pronunciano con convinzione, con cognizione di causa, dopo averci riflettuto. A domanda, risponderanno che loro credono veramente che duemila anni fa un ebreo è nato da una vergine, risorto tre giorni dopo essere stato crocifisso, e che tornerà per giudicare i vivi e i morti. Risponderanno che loro stessi fanno di questi eventi il centro delle loro vite.
Sì, non c’è dubbio, è strano.

[Emmanuel Carrère, Il Regno, traduzione di Francesco Bergamasco, Milano, Adelphi 2015, p. 15]