Francesco d’Assisi, santo

giovedì 3 Novembre 2011

[uscito oggi su il fatto quotidiano]

Il libro di Bruno Vespa Questo amore è uscito il 27 ottobre del 2011 e io, il giorno dopo, venerdì 28 ottobre 2011, l’ho cercato in una libreria di Bologna dove mi conoscono. Mi sono avvicinato alla libraia e le ho detto: “Scusa, sono un po’ imbarazzato, cercavo il libro di Bruno Vespa che dev’essere uscito ieri, ti è arrivato?”. “Non mi sembra, – mi ha detto la libraia, – aspetta che chiedo a un mio collega”, e ha chiamato un suo collega che era dall’altra parte della libreria, e gli ha chiesto, a alta voce, “Il libro di Vespa, ci è arrivato?”. Il collega, ha detto “Arrivo” e si è avvicinato, ha controllato le prebolle, e intanto io allargavo le braccia e dicevo “Mi hanno chiesto di recensirlo”. Lui mi ha detto che effettivamente era in arrivo e che appena arrivava mi telefonava, e dopo infatti al pomeriggio mi ha telefonato e sono andato a prendere il libro e questa cosa la dico per sottolineare la mia prevenzione. Ero prevenuto. Non è la prima volta. Ci son degli altri autori che, prima di averli letti, mi vergognavo, a leggerli, uno di questi è Charles Bukowski, che pensavo fosse un pornografo, solo che poi, quindici anni fa, ho letto un suo libro, Pulp, e poi, nel giro di un anno, ho letto tutto quello che ho trovato, di Bukowski.
Con Vespa il caso è diverso, prima di tutto perché Vespa. diversamente da Bukowski, non ha la fama del pornografo, e poi perché io Questo amore, di Vespa, diversamente da Pulp, di Bukowski, non sono riuscito a leggerlo tutto.
Ma non perché sia scritto male, è scritto anche bene, solo che, non so, a me, quel libro lì, mi è suonato male fin dalla premessa, due paginette firmate Bruno Vespa e datate Roma 25 ottobre 2011. Che a me è venuto da pensare che non lo so, se è possibile, che un libro che esce in libreria il 27 di ottobre, uno finisce di scriverlo il 25.
Dopo, sono andato avanti, ho visto che nella prosa di Vespa succede una cosa che succede in diversi libri italiani contemporanei di fantascienza, cioè che un fatto comunissimo nella realtà, il fatto che uno dice una cosa, poi dice un’altra cosa, poi un altro subito dopo dice un’altra cosa, nei romanzi italiani di fantascienza e nel libro di Vespa uno non ce la trova.
Che se per caso in uno di quei romanzi lì e nel libro di Bruno Vespa a un personaggio gli scappa di dire qualcosa, poi dopo quel personaggio lì e gli altri personaggi dentro il romanzo non dicono niente almeno per tre quattro pagine. Ribattono, chiedono, rispondono, sussurrano, aggiungono, concedono, suggeriscono, esclamano, continuano, apostrofano, proseguono, ricordano, argomentano, divagano, asseriscono, contestano, pretendono, protestano, replicano, insinuano, riprendono, fanno eco, sbottano, negano, intimano, incalzano, concordano, sospirano, confabulano, ammiccano, fanno, confermano, concludono, spifferano magari, ma dire qualcosa se qualcuno ha appena detto qualcosa c’è da stare sicuri che poi per tre quattro pagine non dice più niente nessuno, nei romanzi italiani di fantascienza e nel libro di Bruno Vespa.
Dopo, un’altra cosa che ho pensato, quando Vespa parla di tradimento, io ho pensato ad Anna Karenina, e ho pensato che Vespa avrebbe citato Anna Karenina, solo che Vespa Anna Karenina non l’ha citata.
Allora sono andato a vedere l’elenco dei volumi citati, c’è questo elenco alla fine di Questo amore, e i libri citati son quasi tutti libri pubblicati negli ultimi anni, da Franceso Alberoni, Claudia Cardinale, Anna Maria Mori, Paolo Crepet, Emilio Fede, Valeria Marini, Marcello Sorgi, Monica Guerritore, Tiziano Ferro e pochi altri (misteriosamente, da questo elenco vengono esclusi Ho voglia di te e Tre metri sopra il cielo, di Federico Moccia, più volte citati nelle prime 55 pagine).
Ma la fonte principale di Vespa, perlomeno nelle prime 55 pagine, sembrano essere i quotidiani e le riviste: Repubblica, Confidenze, Chi, Novella 2000, Vanity fair: dall’indice dei nomi si ricava che, in Questo amore, vengono citati: una volta “Kafka, Franz”; dieci volte “Morvillo, Candida”; due volte “Freud, Sigmund”; undici volte “Graziottin, Alessandra”; due volte “Benedetto XVI, papa”; dodici volte “Bernardini de Pace, Annamaria”; due volte “Francesco d’Assisi, santo”; sei volte “Carfagna, Mara”; due volte “Giovanni Paolo II, papa” (il quale, a dire il vero, viene citato anche una terza volta, in bandella, nella nota biografica di Vespa, dove si dice che “Bruno Vespa ha cominciato a sedici anni il mestiere di giornalista e a diciotto la collaborazione con la Rai. /…/ Dal 1990 al 1993 ha diretto il Tg1. Dal 1996 la sua trasmissione «Porta a porta» è il programma di politica, attualità e costume più seguito. Per la prima volta nella storia, vi è intervenuto un papa, Giovanni Paolo II, con una telefonata in diretta”).
Cito una frase tratta da Questo amore: «La dimostrazione della crisi dei maschi – c’è scritto a pagina 55 – è testimoniata da una lettera della signora Michela di Vigevano a Carlo Rossella, che tiene la rubrica di posta del cuore su “Chi”: “Sono tornata a casa dal lavoro e ho trovato la porta chiusa a tripla mandata con mio marito barricato dentro, furibondo perché non era riuscito a prepararsi da solo un piatto di pasta e un uovo strapazzato. Il problema naturalmente non è l’ovetto, ma mio marito che non si abitua all’idea che io possa tornare tardi dal lavoro…».
Ecco. A me è sembrato stranissimo, che Vespa pensasse che questa lettera della signora Michela di Vigevano testimoniasse la dimostrazione della crisi dei maschi, perché a me sembrava che la lettera della signora Michela di Vigevano testimoniasse il fatto che la signora Michela di Vigevano aveva sposato uno che non stava tanto bene. E anche lei, probabilmente, mi sono detto, non è che sta benissimo, se per risolvere i suo problemi matrimoniali scrive a Carlo Rossella.
E dopo, non so bene il perché, forse perchè ero prevenuto, ho posato il libro e ho cominciato a pensare a cosa potevo scrivere, visto che leggere mi sembrava di aver letto abbastanza.