Consolazione

domenica 16 Giugno 2013

tolstoj

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

[Lev Nikolaevič Tolstoj] Avrebbe voluto essere come tutti: una volta partito per il Caucaso bisognava tornare cinti di gloria, sia pure d’una gloria modesta, con qualche azione bellica al proprio attivo.

Non si rendeva ancora conto di non essere come tutti.
Non ammetteva molta importanza al suo lavoro letterario. Scriveva alla zia:

Vi ricordate, cara zia, che una volta mi avevate consigliato di scrivere romanzi; ebbene ho dato retta al vostro consiglio, le occupazioni di cui vi parlo sono letterarie. Non so se verrà mai pubblicato ciò che scrivo, ma il lavoro mi diverte e inoltre me ne occupo da tanto tempo e con tanta tenacia che non voglio abbandonarlo.

Stava lavorando alla seconda redazione di Infanzia.
La zia consolava affettuosamente il nipote, il fallito, dicendogli che anche quello era pur sempre un lavoro.

[Viktor Šklovskij, Tolstoj, traduzione di Maria Olsufieva, Milano, Il saggiatore 1978, p. 145]