Buongiorno

venerdì 5 Marzo 2010

Buongiorno. Questo romanzo, che si intitola i malcontenti, è un romanzo del quale faccio un po’ fatica a parlare, primo, perché è appena uscito, secondo, perché nella mia personale esperienza di scrittura di romanzi, questo è un po’ diverso dagli altri.
Il fatto che il romanzo sia appena uscito comporta una conseguenza che, in me, si è manifestata tutte le volte che è uscito un mio romanzo, cioè il fatto che a me mi viene vergogna. Ieri pomeriggio, per esempio, ho fatto la prima presentazione alla libreria Coop Ambasciatori di Bologna e io, ho dovuto fare uno sforzo, per andare là, sarei andato da qualsiasi parte tranne che là, e una volta là, se fosse stato per me, avrei letto dai romanzi vecchi, piuttosto che da questo nuovo.
Uno può pensare che dipenda da me, che non sono normale, e probabilmente è anche vero, ma ho scoperto che questa cosa non succede solo a me. Una volta Ermanno Cavazzoni ha raccontato che Maurizio Salabelle, il giorno che è uscito il suo primo romanzo, lui quando è uscito di casa aveva l’impressione di avere una faccia che tutti quelli che lo guardavano pensavano Guarda, quello ha la faccia di uno che sta andando in libreria a vedere il suo libro che è appena uscito. Allora ha preso la strada contraria a quella che portava alla libreria, ma ha avuto l’impressione che tutti quelli che l’incontravano pensassero Guarda, quello è uno che ha una faccia che sta facendo la strada contraria a quella che porta in libreria perché vuol far finta che non gli interessa l’uscita del suo primo libro.
La vergogna, io credo, è una cosa che, non so come mai, c’entra moltissimo, con lo scrivere i libri, Luigi Malerba ha scritto anche un saggio che si intitola La vergogna di scrivere, e della vergogna di scrivere si parla del resto anche dentro questo romanzo, nei Malcontenti, nei capitoli che vanno dal 112 al 121 (questo libro, che ha 163 pagine, ha 273 capitoli) e comincerei leggendovi quei pezzi lì, che sono dei pezzi dove l’io narrante, che si chiama Bernardo, e che un suo vicino di casa chiama Bernardo Provenzano, racconta di una volta che è andato a presentare un libro di un suo amico che si chiama Paolo, e che lui chiama Paolo Borsellino.

[Inizio della presentazione dei Malcontenti a Provaglio d’Iseo]