La pianola

venerdì 13 Agosto 2010

zavattini

La pianola di mia nipote Nicoletta
a schiacciare i diesis alti veniva fuori
il suono del clacson

[Cesare Zavattini, A vrés, cit., p. 123]

Il cappello di paglia

martedì 10 Agosto 2010

zavatini

 

 

 

 

 

 

 

Una mi ha confessato: / mia madre si faceva (hai capito) / dal padrone del podere / dove eravamo mezzadri. / Lui diceva andiamo / in granaio a contare / i sacchi del frumentone. / Io correvo dietro alle faraone, / la zia faceva lo sfoglio, / di nostro padre / vedevo il cappello di paglia / in fondo alla piantata.

[Cesare Zavattini, Stricar’m in d’na parola, cit,. p. 8]

Dalle mie parti

lunedì 9 Agosto 2010

stricarm

Sembrano uccelli / la gente in bicicletta. / Appena il piede / tocca ancora la terra / torna in mente quello che avevamo voluto scordare. // Di quel fiore trasparente / chiamato “supiòn” / prati e prati ce ne sono. / Basta attraversi una lucertola / e si sfanno. / Ci sono stati? // Alzi la mano chi non si gratta mai i coglioni. / A me capita in primavera / se m’inoco a guardare / i maggiolini sbattere contro i lampioni. // Portano ancora il tabarro / dalle mie parti. / C’è un vecchio del Ricovero Buris-Lodigiani / che vi s’involta dentro fino agli occhi / come volesse dire / non voglio più vedere nessuno. // Frasi che ascoltavo da ragazzo / stanno succedendo proprio sulla mia pelle. / Mettiamo: questo pioppo / ci sarà che non ci sarò più io. // Se è grande il Po. / Chi s’incontra là / abbassa senza accorgersene la voce / e riconosce, / con un’ombra di malinconia / che siamo davvero uguali. […]

[Cesare Zavattini, Stricarm’ in d’na parola, cit., p. 5]

Chi passa di notte dal mio paese

sabato 7 Agosto 2010

stricarm

Chi passa di notte dal mio paese pensa
questi sono fuori di tutto, in un altro mondo.
Nessuno indovinerebbe
in tanto silenzio
che dieci che stavano proprio in queste case qui,
tanto giovani che sono ancora vivi madri e padri
li hanno impiccati
pochi giorni prima della pace.

[Cesare Zavattini, Stricarm’ in d’na parola, cit., p. 16]

Forse

venerdì 6 Agosto 2010

stricarm

Forse l’emozione più grande della mia vita
è stata una notte, c’era un’afa, un fermo,
come prima del terremoto,
Dio entrò nella mia camera impalpabilmente
e mi disse a te solo a te
faccio sapere che non esisto.

[Cesare Zavattini, Stricarm’ in d’na parola (Stringermi in una parola), Milano, Bompiani 2006, p. 56]

Dove si è nati

giovedì 5 Agosto 2010

zavattini

Ci si può innamorare
dappertutto
ma dove si è nati
di più
Quando ha alzato gli occhi
e mi ha detto di sì
invece di baciarla
son stato lì a guardarla.

[Cesare Zavattini, A vrés, cit. p. 144]

Certe parole

mercoledì 4 Agosto 2010

zavattini

Certe parole in dialetto
mi piacciono
quasi come le donne

[Cesare Zavattini, A vrès, cit., p. 121]

La pianura

martedì 3 Agosto 2010

zavattini

È un segno dritto
con il lapis
sopra un foglio di carta

Prendete un foglio di carta e un lapis
fate un segno dritto
è la pianura

[Cesare Zavattini, A vrés, cit. p. 144]

7 luglio

lunedì 2 Agosto 2010

zavattini

Sono dalle parti dove il sette luglio
hanno ammazzato quei cittadini.
La notte dopo venendo da Roma
andai in piazza a vedere.
Saranno state le quattro.
Sotto i portici vuoti
ai piedi di un pilastro
dei nastri tricolori
mucchietti di fiori
nei punti in cui a un tratto un grido di dolore
forse neppure quello
cambiò in morti cinque arzàn testa quadra.
Andavano anche loro in bicicletta.
Da noi si è vecchi solo il giorno
che non si può alzare la gamba sopra il sellino.
Tre guardie parlottavano vicino alla Banca d’Italia.
Era con me il padrone del tassì.
Nello spostarci da Farioli a Reverberi
a Ovidio a Tondelli a Serri Marino
due o tre parole in dialetto
i passi sul ghiaietto
quando dall’asfalto entravamo nel Giardino Pubblico
sono stati i rumori dell’ora.
Venne l’alba con le rondini nere.
Mi pareva che il cuore sapesse ormai
per chi doveva battere
il resto della vita.

[Cesare Zavattini, A vrès, Suzzara, Bottazzi 1986, pp. 103-104 (l’ho letta oggi, primo agosto, non l’avevo mai vista, o se l’avevo vista non l’avevo capita)]

Come si saluta

mercoledì 28 Aprile 2010

zavattini

A vedere come la gente si saluta
mi viene un dubbio: sulla faccia della terra
d’esserci solo io bugiardo.

[Cesare Zavattini, A vrès, Suzzara, Bottazzi 1986, p. 115]