A proposito di gialli

giovedì 10 Dicembre 2015

Luciano Bianciardi, La vita agra

Anche la gentile signora che mi aveva fatto attendere in salottino mi diede i suoi consigli, e io ne feci tesoro, perché oltre ai consigli dava il lavoro, quella.
Era assai diversa – e mi piacque – dalle normali taccheggiatrici vibratili aziendali che sempre paiono avere qualche linea di temperatura. Alta ma lenta, ferma ma mansueta, ammorbidita dagli anni e insieme stagionata dalle esperienze, la credetti vedova e tale la penso ancora.
Mi raccomandò di tenermi fedele al testo, di consultare spesso il dizionario, di badare ai frequenti tranelli linguistici, perché in inglese eventually per esempio significa finalmente, di avere sempre sott’occhio un buon vocabolario italiano, Palazzi Panzini eccetera, di evitare le rime, ato ato, ente ente, zione zione, così consuete nei traduttori alle prime armi, di scrivere qual senza apostrofo, tranne che nei libri gialli, nei quali si può anche mettere l’apostrofo, perché tanto il lettore bada solo alla trama.

[Luciano Bianciardi, La vita agra, segnalato da Silvia (grazie)]