13 maggio – Lodi
Lunedì 13 maggio
a Lodi,
alle 21,
Sala Antonella Granata
della o Biblioteca Laudense,
in via Solferino 72
Una notte al museo russo.
Lunedì 13 maggio
a Lodi,
alle 21,
Sala Antonella Granata
della o Biblioteca Laudense,
in via Solferino 72
Una notte al museo russo.
Lunedì 20 maggio,
a Milano,
alla libreria Verso,
alle 19,
nuova edizione economica
di Pancetta,
con Aberto Rollo e
Sonia Folin
Quando sei in aula, che aspetti che arrivino gli studenti e passa il tempo e ti vien da pensare E se non arrivano?
Oggi sono uno che è andato a correre e che è rosso in faccia per il sole che ha presto ieri in curva, allo stadio Tardini di Parma e che stasera, verso le 22, ne parla a Bar Sport su 12 TV Parma.
C’era sciopero dei treni, per non sbagliare sono andato in stazione prestino, sono arrivato a Parma sei ore prima della partita.
Alle 9.
La partita cominciava alle 15, io ero a Parma dalle 9.
Il resto è qui clic
Dopo poi ero tornato a casa, e, come nelle favole russe, che bisogna provare tre volte per riuscire a fare una cosa, mi ero ricordato, avevo preso mia figlia le avevo detto: «Ascolta, Irma, adesso ti dico una cosa e te mi dici quello che capisci».
«Va bene», mi aveva detto lei.
E io le avevo detto: «Ei fu, siccome immobile, dato il mortal sospiro, stette la spoglia immemore, orba di tanto spiro», e poi le avevo chiesto: «Cos’hai capito?».
E lei ci aveva pensato un po’ e poi mi aveva detto: «Eh, che lui è lì, in piedi, che gioca a memory respirando».
Ecco.
Quando torni a casa e sei sudato, che hai corso, e butti la faccia nell’asciugamano e ti vien da pensare Ma l’inventore dell’asciugamano, ma gli hanno fatto un monumento, all’inventore dell’asciugamano?
Qual è il ruolo dell’intellettuale?
Scrivere delle cose belle.
Iosif Brodskij
Quando ho cominciato a scrivere, nel 1996, per un paio d’anni, la domanda che mi facevo più spesso, nella mia testa, era Ma quello che scrivo io, è bello?
Dopo, ho trovato un modo per capirlo. Sabato 18 maggio, dalle 10 alle 13 e dalle 15.30 alle 18.30, e domenica 19, dalle 10 alle 13, al Teatro delle Moline, a Bologna, c’è un corso per chi ha cominciato a scrivere ma non ha ancora capito se quello che scrive è bello.
Clic
In quegli anni l’intelligencija russa è divisa tra coloro che credono che la Russia debba seguire l’esempio europeo, e che vorrebbero sviluppare e dare seguito alle riforme del primo (e unico, forse) zar “europeo”, Pietro il grande, che, fondando Pietroburgo e facendone la capitale, ha aperto, come si usa dire, «una finestra sull’Europa» e indirizzato la storia della Russia verso l’occidente (quelli che la pensavano così venivano detti occidentalisti), e coloro che credevano invece che, per la Russia, fosse necessario un cammino autonomo, originale (questi venivano chiamati slavofili).
Il leader degli slavofili, in quel 1880, è quel signore che sale sul palco di Mosca e si rifiuta di fare il suo intervento dopo che ha parlato Dostoevskij, Ivan Sergeevič Aksakov.
Qualche anno prima, nel 1863, Aksakov aveva scritto, a Dostoevskij: «Condizione prima per liberare in noi stessi il sentimento della nazionalità è odiare Pietroburgo con tutto il nostro cuore e con tutti i nostri pensieri. Soffiare via, sputare via, rinnegare “Satana”».
“Satana”, per Aksakov, era Pietroburgo.
[Martedì 7 maggio, alle 19, alla libreria Noi di Milano, con Elisabetta Risari e i traduttori Sofia Ballan, Antonella Castria, Claudia Coppola, Asia Mariancini, Sophia Simo, Monica Triglia e Andrea Vercelli presentiamo il Discorso su Puškin di Dostoevskij]
Uno potrebbe chiedersi, ma perché non ci racconti della partita? Perché questa è una partita che, se il Parma pareggia, va in serie A, ed è un partita spaventosa, come si può immaginare. Il resto è qui: clic
I nomi delle strade
Le strade sono
tutte di Mazzini, di Garibaldi,
son dei papi,
di quelli che scrivono,
che danno degli ordini, che fanno la guerra.
E mai che ti capiti di vedere
via di uno che faceva i berretti
via di uno che stava sotto un ciliegio
via di uno che non ha fatto niente
perché andava a spasso
sopra una cavalla.
E pensare che il mondo
è fatto di gente come me
che mangia il radicchio
alla finestra
contenta di stare, d’estate,
a piedi nudi.
[Nino Pedretti, Al vòusi, Torino, Einaudi 2017, p. 19]
Io, invece che dai vari governi Pentapartito o monocolore che si dice si siano alternati alla guida del paese negli anni della mia adolescenza e della mia giovinezza, io, piuttosto che da loro, sono stato governato da Bulgakov, da Chlebnikov, da Charms, da Mandel’štam, da Blok, da Puškin, da Anna Achmatova, da Lev Tolstoj, da Gogol’, da Dostoevskij, da Venedikt Erofeev, da Iosif Brodskij, da Ivan Gončarov, e sono stato, a volte, per degli attimi, per dei giorni, per dei mesi, un suddito felice e riconoscente.
[Ieri abbiamo fatto l’ultima replica, per questa stagione, della Libertà, son state due serate molto belle, al Teatro Parenti di Milano, ricominciamo quest’autunno, a Venaria Reale, se non ricordo male]