A cosa servono
A cosa servono i russi sarà disponibile dall’11 marzo sulle principali piattaforme audio gratuite, ma intanto si può ascoltare in anteprima sull’app MyTIM.
A cosa servono i russi sarà disponibile dall’11 marzo sulle principali piattaforme audio gratuite, ma intanto si può ascoltare in anteprima sull’app MyTIM.
Il corso Trovare la sedia, della scuola Karenin, è cominciato ieri con una poesia di Manganelli.
Scrivi scrivi
se soffri adopera il tuo dolore:
prendilo in mano, toccalo,
maneggialo come un mattone,
un martello, un chiodo,
una corda, una lama;
un utensile insomma.
Se sei pazzo, come certamente sei,
usa la tua pazzia: i fantasmi che affollano la tua strada
usali come piume per farne materassi;
o come lenzuoli pregiati
per notti d’amore;
o come bandiere di sterminati
reggimenti di bersaglieri.
[Giorgio Manganelli, Poesie, Milano, Crocetti 2006, p. 184]
«Ma come ho fatto a sposarlo?» mi chiede mia mamma. «Dimmelo te, come ho fatto?»
Mio padre è nato per i piedi, di Elena Bosi, è stato ristampato per la seconda volta. È un libro che salta fuori dal corso della scuola Karenin Trovare la sedia, del quale, il primo febbraio, comincia la quarta edizione, domande di iscrizione, entro la fine dell’anno, qui: clic
Per chi ha studiato russo, la domanda che più frequentemente ci si sente rivolgere, dopo le domande «Ma davvero, studi russo? Ma come mai studi russo?, Ma non c’è freddo?», subito dopo ti chiedono «Ma ti piace più Tolstoj o Dostoevskij?».
[Stasera, alle 21, al Teatro di Fiesole, A cosa servono i russi]
Nei testi scritti in skaz il protagonista non è tanto un personaggio, quanto il modo di parlare, di quel personaggio, e nei racconti di Leskov succede spesso che c’è un gruppo di persone che, bloccate per qualche motivo in un luogo, si mettono, tutti, ad ascoltare uno di loro, non una persona importante, un uomo semplice che ha un modo di raccontare incantevole, che non si vorrebbe più che finisse.
[Il viaggiatore incantato, di Nikolaj Leskov, esce venerdì per Neri Pozza nella nuova traduzione di Verdiana Neglia]
Son salito sul treno e guardavo la partita, siamo partiti e guardavo la partita, mi han controllato il biglietto e guardavo la partita, ho preso un altro caffè e guardavo la partita.
E, mancavano ormai poco più di 10 minuti, ho pensato che forse era un bene, non essere andato al Tardini essere invece andati a parlare di Stalker a Torino.
Il resto è qui: clic
Invece da noi, a parte gli aumenti di stipendio, quante cose ci ha fatto ingoiare la prospettiva di un aumento di stipendio, di un misero aumento di stipendio, ma a parte quello, in generale, da noi, in occidente, sei convinto che intorno a te c’è la libertà, non ti viene da esercitarla, la libertà, ce l’hai, te l’han data, te l’han regalata, cosa la eserciti a fare, è lì, lo fai quando vuoi, quando c’è bisogno, solo che poi, quando c’è bisogno, quei muscoli lì, si sono un po’ inflacciditi magari non sei più capace.
[31 ottobre, al Teatro di Venaria Reale, A cosa servono i russi]
C’è ancora un posto per il corso della @scuolakarenin che comincia lunedì.
Ci sono due cose che mi piacciono molto e che riduco malissimo, i libri e i quaderni.
Lei si è definito un tifoso di pancia, che cosa intende?
Io di mestiere scrivo dei libri e se apro un romanzo, se leggo le prime cinque righe, è facile che mi venga in mente un altro romanzo che ha qualcosa in comune con quello che sto leggendo. Se guardo una partita del Parma, non mi viene in mente niente, sono tutto nell’emozione, nella pancia, la testa non la uso, allo Stadio Tardini, la lascio all’ingresso.
[DOMENICA, su Repubblica Bologna, dovrebbe uscire un’intervista di Valentina Desalvo su Bologna Parma. Io, domenica, sono in Curva San Luca (forza Parma, l’immagine è presa dal sito della Tep)]