Vaticanisti (1)

martedì 12 Febbraio 2013

Un po’ di tempo dopo mi era successo di dire, in una libreria, a Baden-Baden, che io non guardavo la televisione, non leggevo i giornali e adesso da poco avevo anche smesso di sentire la radio.
E che questa cosa aveva prodotto degli effetti singolari, per esempio il fatto che l’ultima volta che era morto un papa, io di questa morte di papa, e del successivo convegno di cardinali per eleggerne un altro, l’avevo saputo per via che nel bar dove andavo a far colazione, sotto casa mia, a Baden-Baden, eran diventati tutti dei vaticanisti.
Un bar che fino a pochi giorni prima era frequentato da bancari, studenti, pensionati, commercialisti, idraulici, sarti, professori di ginnastica, tabaccai, ortopedici, musicisti, impiegati comunali, bidelli, avvocati, fisioterapisti, garagisti e bibliotecari, tutto d’un tratto, dans l’espace d’un matin, come si dice, era diventato il bar dei vaticanisti. E discutevano fra loro, e si dividevano in fazioni, e c’erano i bene informati e i male informati, e c’era chi assicurava che il giorno successivo tutto sarebbe finito, e chi diceva che no, che per altri tre giorni niente fumata bianca, e era in tutto e per tutto quello che un mio amico chiamava la recita del pensare, e per un momento sembrava che radio, e giornali, e televisioni servissero a quello, a permettere alla gente di abbandonarsi a questa generale recita del pensare e per un attimo uno se lo dimenticava, che invece servivano per vendere la pubblicità.
E mi era venuto in mente il discorso che Blok aveva fatto in occasione di non so più che anniversario della morte di Puškin, causata dal duello di Puškin con D’Anthès, quando Blok aveva detto che Puškin non era morto per il proiettile di D’Anthès, era morto per mancanza d’aria.
Ecco, avevo detto in quella libreria, a Baden-Baden, noi c’è il rischio che finiamo così, che moriam soffocati.
Ma da un altro punto di vista, avevo detto, noi vivevamo davvero nel migliore dei mondi possibili, dove i festival servivano per gli assessorati alla cultura, e difatti c’erano gli assessorati alla cultura, dove le automobili servivano all’industria automobilistica, e difatti c’era l’industria automobilistica, dove l’architettura serviva per l’ordine degli architetti, e difatti c’era l’ordine degli architetti, dove i cavalcavia servivano per tirare i sassi sopra le macchine in autostrada, e difatti tiravano i sassi sopra le macchine in autostrada, e andava tutto benissimo, tranne tirare i sassi sopra le macchine, in autostrada, che si entrava in conflitto con l’industria automobilistica, e difatti c’era l’industria automoblistica, andava tutto benissimo bastava non dare fastidio, e a Baden-Baden avevano vietato le manifestazioni in centro per non disturbare lo shopping, che era importante, bisognava far shopping e non rompere troppo i maroni, e poi sarebbe andato tutto bene, fino a esaurimento scorte.