Uno era assessore alla cultura

martedì 5 Settembre 2017

Uno era assessore alla cultura in un paese e, ogni volta che c’era uno spettacolo oppure una conferenza, oppure la presentazione di un libro, prima che iniziasse prendeva in mano il microfono e diceva che avrebbe detto solo due parole, poi si accorgeva che il microfono non funzionava e allora smanettava un po’ coi pulsantini del microfono, ma non ci saltava fuori, allora chiamava Fausto, che si alzava e andava sistemarle il microfono, diceva prova, prova e poi glielo ridava e allora lei ripeteva che avrebbe detto solo due parole, poi chiedeva se la sentivano adesso, quindi ribadiva che avrebbe detto solo due parole, perché la gente non era lì per sentire lei, ma per sentire l’attore oppure l’esperto oppure lo scrittore, di cui spesso non ricordava il nome e allora lo chiedeva alla dirigente, per essere sicura, e poi a volte lo sbagliava lo stesso perché aveva sentito male, e quindi, visto che la gente, come aveva già detto, era lì per sentire l’attore oppure l’esperto oppure lo scrittore, e stavolta il nome di solito lo diceva giusto, ecco, visto che la gente non era lì per sentire parlare lei, allora sarebbe stata breve, sintetica ed essenziale, anche perché compito della politica è quello di favorire l’incontro con gli attori, gli esperti o gli scrittori, ma rimanendo in disparte, perché altrimenti poi sembra che il protagonista sia il politico e non l’attore, l’esperto e lo scrittore e non è questo il compito della politica, la politica che risponde alla sua missione è quella che si fa supporto per la cultura, non quella che usa la cultura come supporto, quindi lei era ben felice di fare gli onori di casa e di introdurre l’attore oppure l’esperto oppure lo scrittore, e qui di solito ridimenticava il nome o comunque lo stranomava, che poi vuol dire che lo storpiava, e che era un grande piacere per l’amministrazione in generale e per la giunta in particolare ospitare un attore, un esperto o uno scrittore così importante, e visto che così tanta gente era uscita di casa ed era accorsa in sala consiliare per sentirlo, l’attore oppure l’esperto oppure lo scrittore, e al giorno d’oggi era sempre più difficile stimolare la gente ad abbandonare il divano, la tv, le partite, la pay-tv per andare a sentire gli attori, gli esperti o gli scrittori, visto che così tanta gente, diceva, era accorsa a sentirlo sarebbe stato un peccato perdersi in chiacchiere e rubare tempo prezioso all’attore, all’esperto o allo scrittore, anche perché di tempo ce n’era sempre meno, diceva, e quel poco andava utilizzato bene, e proprio questo era diventato un compito importante della politica, che doveva occuparsi non solo della dimensione spazio, ma anche della dimensione tempo, quindi fornire non solo i luoghi da vivere e percepire, ma anche i tempi per la vita e la percezione, perché i luoghi, anche belli, senza vita e percezione diventano inutili cattedrali, e ci sarebbe molto da dire su questo tema, diceva, ma non era quella la situazione giusta per parlarne, perché tutti stavano aspettando di sentire l’attore, l’esperto e lo scrittore, e qui ristranomava il nome, cioè lo ristorpiava, non senza aver prima ringraziato le persone grazie alle quali l’evento era possibile, quindi la dirigente del Comune, lì presente, che aveva avuto l’idea, i dipendenti comunali che l’avevano così bene organizzato, e senza i quali nulla sarebbe possibile, nonché gli sponsor, aziende del territorio che credono nella sinergia tra pubblico e privato e nella dimensione sociale della loro attività, e poi guardava nella sala se c’era qualcuno in rappresentanza dello sponsor e, se lo vedeva, gli chiedeva se quello voleva dire due parole anche lui, e lui diceva no, e lei insisteva solo due parole, e lui diceva no, no, e allora lei diceva che tanta modestia meritava un applauso e l’applauso partiva spontaneo, poi lei diceva delle altre cose durante l’applauso, che però non si capivano, perché c’era l’applauso, poi alla fine dell’applauso, che si interrompeva un po’ prima perché lei aveva continuato a parlare, diceva bene, ora possiamo veramente ascoltare l’attore oppure l’esperto oppure lo scrittore, e lo stranomava ancora, ma in un modo diverso dalle volte precedenti, e poi diceva grazie a tutti, e partiva un altro applauso, poi lei appoggiava il microfono senza spegnerlo e si sentiva un ciocco che spaventava tutti. Poi, se era una conferenza o la presentazione di un libro, l’esperto o lo scrittore iniziava precisando qual era il suo vero nome, se invece era uno spettacolo l’attore iniziava lo spettacolo e del nome se ne fregava.