Un’intervista
[Intervista di Francesca Fimiani su Presente, che, forse, è uscita nei giorni scorsi su una rivista che si chiama Extra Torino]
> – Perché ha accettato di partecipare a questo progetto?
Mi è sembrata un’idea molto bella, un bellissimo libro, in potenza, ho accettato per quello.
> Immagino che ognuno dei 4 scrittori abbia un’idea diversa su cosa sia importante raccontare di questo presente (e perché), e vorrei sapere qual è la sua.
Io credo, in astratto, di non avere idee, sul quel che è importante e su quello che non lo è. Quello che è importante e quello che non è importante si manifesta tutti i giorni, senza bisogno di aver delle idee a proposito, mi sembra. Però, adesso che mi ci fa pensare, in questi ultimi anni mi sembra di avere cominciato a fare attenzione al modo in cui parlo a mia mamma o a mia figlia, e adesso mi sembra che, se ci sto attento, riesco, con loro, a essere più bravo, (un po’) più intelligente, (un po’) più simpatico e alla fine ho come l’impressione di essere (un po’) più contento di me.
> – Presente può avere molti significati: trova più importante / stimolante interrogarsi sul presente in quanto reale, o sul presente in quanto “contemporaneo”?
Se io sto male, se sono angosciato, per esempio, o se ho un dolore articolare, o se non riesco a dormire, o se ho mal di testa, o se mi rimprovero di aver detto, o scritto, delle cose insensate, e cattive, non mi viene da interrogarmi se è più reale o più contemporaneo, il mio malessere: è, nello stesso tempo, reale, e contemporaneo. Oppure non è reale, è immaginario, ma fa male lo stesso, quindi diventa reale anche se non lo è. Ecco: io, le mie parti di Presente le ho scritte così, mi sembra. Ho raccontato il miei malesseri (e i miei benesseri) reali e immaginari, che sono impastati, necessariamente, con i malesseri (e i benesseri) reali e immaginari di quel posto in cui viviamo e che chiamiamo, dandoci forse un po’ d’importanza, mondo.
> – Ritiene che la letteratura dovrebbe occuparsi di più del ‘qui ed ora’ come alle volte viene rinfacciato dalla critica italiana?
No, ritengo di no.
> – Si è ispirato a qualche autore (cronachisti del passato o scrittori stranieri…) durante la scrittura di “Presente”?
Ho citato, nelle mie parti, Mandel’štam, Raffaello Baldini, Nikolaj Gogol’, Anna Achmatova, Bruno Tognolini, Iosif Brodskij, Dante Alighieri, Venedikt Erofeev, Gianni Rodari, Boris Pasternak, Ivan Gončarov e ho scorso, per scrivere questa lista, solo le prime dieci pagine (di sessanta circa); mi vien da dire che il fatto di pensare a degli autori e a delle cose che ho letto, lo faccio sempre, nella mia testa, tutti i giorni, non solo quando devo scrivere dei diari.
> – Lei tiene una sorta di ‘diario pubblico’ perenne sul suo blog. Le capita mai che questo influisca sulla qualità dei suoi rapporti sociali? Che qualcuno le scriva o la inviti da qualche parte nella speranza di finire sul blog? O al contrario che qualcuno sia intimidito da questa possibilità?
Non mi sembra che finire sul mio blog sia una cosa tanto appetita, se così si può dire, né che sia una cosa che intimorisce. Credo che tutto quel che facciamo influisca sui nostri rapporti sociali, tanto più una cosa che facciamo in pubblico, come tenere un blog o pubblicare un libro. Mi succede spesso che qualcuno che ha letto i miei libri o il mio blog mi scriva ma, devo dire, non è una cosa che mi sorprende, mi sembra una cosa normale.
> Domanda scollegata dal libro: sarà al Salone del Libro a Torino questo maggio? In questi anni di viaggi per presentazioni e, suppongo, rapporti con la casa editrice, si è fatto un’idea della città? C’è qualcosa che le piace o non le piace in particolare?
Sarò al Salone del libro, a presentare Presente (saremo, in realtà, con Andrea Bajani, Michela Murgia e Giorgio Vasta, fuori dal lingotto al Teatro Baretti, sabato 12 maggio alle 17.30, ma sempre nel cartellone del salone del libro, e, quindi, in un certo senso, dentro il salone). Conosco poco Torino, l’ultima volta che ci sono stato ho presto la metropolitana, mi è sembrata una metropolitana giocattolo, mi è piaciuta molto (mi piacciono anche i tram, se posso dirlo).