Un’altra parentesi
(In quel romanzo che si intitola Filosofia di un vicolo si dice che, per i protagonisti di quel romanzo lì, negli anni 50 e 60, una cosa più importante del XX congresso del partito comunista dell’Unione Sovietica, più importante della denuncia del culto della personalità, più importante della crisi della baia dei porci, più importante della guerra fredda, più importante della nazionalizzazione del canale di Suez era stato il fatto che uno di loro, Ivan Fëdorovič, faccio per dire, aveva cambiato cucina, e loro avevano cominciato a trovarsi nella sua cucina e le loro vite, a causa di questa cosa, eran cambiate in un modo molto significativo.
Ecco, a me, mi stan cambiando la cucina, han portato via quella vecchia e la prossima settimana arriva quella nuova, e io, devo dire, già così, mi piace tanto, il muro della mia cucina, così bianco, che io, se fosse per me, mi fermerei forse anche qui, ma mi sa che non posso, l’ho anche già pagata, arriverà, e non riesco a immaginare i libri che scriverò, nella cucina nuova (io scrivo in cucina), e questo libro, nel quale si parla della Russia pre-rivoluzionaria, di quella post-rivoluzionaria, e di quella post-post-rivoluzionaria, è stato scritto con la vecchia cucina, senza nessuna cucina e sarà corretto con la nuova cucina, immagino, tre fasi storiche del mio appartamento che avran visto tutte e tre passare questo libro, non che sia importante)
[Dalla Grande Russia portatile, esce a fine agosto]