Una statua di Lenin

giovedì 11 Luglio 2019

[Nei Russi sono matti, che esce in settembre, c’è un pezzetto di Dovlatov, dalla Valigia, che racconta di uno strano monumento a Lenin. Stasera, cercando un’altra cosa, ho trovato una foto di quel monumento, è quella qua sopra. Il pezzetto è qua sotto]

A Čeljabinsk, ad esempio, era successa una cosa interessante.
Nel giardino pubblico del centro, davanti all’edificio del Soviet cittadino, doveva essere collocato un monumento a Lenin. Era stata organizzata una cerimonia solenne. Si erano riunite circa millecinquecento persone.
Suonava una musica patetica, gli oratori pronunciavano i loro discorsi. Il monumento era coperto da un telo grigio.
Ed ecco che era arrivato il momento fatale. Accompagnati dal rullio dei tamburi, i funzionari locali avevano scoperto la statua.
Lenin era raffigurato nella sua nota posa di turista che fa l’autostop. La sua mano destra indicava la via verso il futuro, la sinistra la teneva nella tasca del cappotto sbottonato.
La musica si era fermata. Nel silenzio si era udito qualcuno che era scoppiato a ridere. Dopo un minuto rideva tutta la piazza.
Solo una persona non rideva. Era lo scultore leningradese Viktor Dryžakov. L’espressione di terrore del suo viso si trasformava gradualmente nella maschera dell’indifferenza e dell’irreparabilità.
Cos’era successo? Lo sventurato scultore aveva scolpito due berretti. Uno copriva la fronte del condottiero. Un altro Lenin lo teneva in mano.
I funzionari si erano affrettati a ricoprire con il telo grigio il fallimentare monumento.