Una settimana a tirar l’aspirapolvere
La settimana scorsa c’è stato un festival, a Reggio Emilia, che si è chiamato Questa è l’acqua, festival sonoro della letteratura, e è durato quattro giorni e io ci sono andato tutti i giorni e quello che è successo questa settimana è che quel festival lì non c’è più.
Cioè è stata così piena del festival, quella settimana lì del festival, la settimana scorsa, che la sparizione del festival ha riempito anche la settimana dopo. Che è stata una di quelle settimane, questa settimana, che ha contato più quello che non ho fatto che quello che ho fatto.
Cioè che se mi chiedessero: «Cosa hai fatto questa settimana?», io gli risponderei «Non sono andato al festival sonoro della letteratura».
Che è una risposta, da un certo punto di vista, insensata, perché anche tutte le altre settimane della mia vita non ero andato al festival sonoro della letteratura ma, se ci penso, c’è da dire che una cosa simile non è la prima volta, che mi succede; mi ricordo per esempio, quando ho finito di scrivere la tesi di laurea, e erano state talmente piene di tesi di laurea, le settimane della mia vita immediatamente precedenti la consegna della tesi di laurea, che quando ho consegnato e mi son trovato in giro per Parma senza tesi di laurea da dover consegnare, era stato stranissimo; mi ricordo che sono arrivato a casa, c’era mia mamma che stava tirando l’aspirapolvere, ha spento, mi ha salutato, mi ha chiesto «Cosa fai?», «Ho consegnato la tesi di laurea», le ho detto io, «Bravo», mi ha detto lei, «Grazie, – le ho detto io, – solo che adesso non so cosa fare», e lei, mi ricordo, mi ha messo in mano l’aspirapolvere mi ha detto «Tira un po’ l’aspirapolvere», e io ho tirato l’aspirapolvere, tutta una settimana a tirar l’aspirapolvere o quasi, e un’altra volta, il 15 agosto del 2011, il giorno che ho smesso di fumare, quella settimana lì mi veniva continuamente da cercarmi le sigarette in tasca e poi mi ricordavo che non ce le avevo e mi veniva un magone, mi sembrava difficilissimo, e quella cosa lì è durata più di una settimana, è durata circa sei mesi, e mi succedeva che mi svegliavo al mattino e mi veniva da piangere e non capivo il perché e poi mi ricordavo che era perché avevo smesso di fumare.
E un’altra settimana del genere mi era già successa anche quest’anno, i primi di giugno, quando era andata via la Battaglia, a un campo estivo, per la prima volta nella sua vita, che io ero così abituato a averla sempre tra i piedi, a avere sempre qualcosa da guardare, da tener d’occhio, quella testa bionda, che trovarmi così senza niente di biondo là in lontananza, o in vicinanza, era stato stranissimo, e quando la Battaglia, dopo cinque giorni di campo estivo aveva telefonato a me e a sua mamma e ci aveva detto che le mancavamo troppo e ci aveva chiesto se l’andavamo a prendere, noi, mi ricordo, ci eravamo andati anche abbastanza volentieri però dubito che il festival sonoro della letteratura Questa è l’acqua mi telefoni mi chieda di andarlo a prendere là dove è andato a stare, e allora niente, pazienza, succederà poi qualcos’altro.
[uscito ieri su Libero]