Una pua

lunedì 28 Settembre 2020

Un po’ di anni fa, dentro un romanzo che si chiama Mi compro una Gilera, ho scritto che, come gli eschimesi hanno quaranta modi diversi di dire “bianco”, così i russi hanno quaranta verbi diversi per dire “ubriacarsi”. Questa cosa che ho scritto non l’avevo verificata, mi piaceva e l’avevo buttata un po’ lì, e poi, ogni tanto, nel corso degli anni, mi sentivo in colpa, di aver buttato lì una cosa sulla lingua russa non verificata e, probabilmente, esagerata.
Dopo, l’anno scorso, sono andato a verificare su un dizionario russo monolingue.
Di modi diversi di dire ubriacarsi, in russo, ne ho trovati 67.
Avevo sbagliato per difetto.
Qualche tempo dopo, ho chiesto ai miei referenti in rete, di dirmi come si dice, nelle loro rispettive città, “l’ubriacatura”.
Mi hanno risposto in tanti.
Mi hanno detto che si dice: sbronza, sbornia, balla, basa, scuffia, ciclone, ciclope, quaglia, pita, gallina, ciucca, sventola, ciotola, sguindola, lorda, pitona, piomba, mina, scimmia, vopa, cimosa, bomba, pioggia, gatta, gianda, scaia, tronca, cagona, storta, chiara, cioca, pua, bresca, pezza, trona, cassa, sventola, piena, botta, sardella, legna, mina, lecca, cianta, scummata, lola, pezza, trofèa, pacca, boccia, pica, sberla, svarione, ventola, scalmana, elica, tortora, tormenta, , stoppa, imballata, tolla, ghega, chioppo, scassata, struppiata, banana, turbina, unta, cesta, parrucca, tega, lacca, furanza, uva, piega, crociera, stropa, cera, storna, manovra, gabbana, stecca, cinghiata, pitona, nizza, sgazza, pelliccia, pigna, piallata, pedda, progna, ciorva, papìna, fiocina, nadra, stringa, stinca, sgnola, legnata, quattordicino, valigia, e sono già centodue, se non ho sbagliato a contare.
Allora gli italiani, le varianti di italiano che parliamo nei nostri paesi e nelle nostre città, non sono meno ricche del russo, ma il russo è uno, più o meno, gli italiani sono tanti, e io, per esempio, ne conosco pochi, e “pua”, per esempio, come variante di “sbornia”, non l’avevo mai sentita e non so cosa avrei capito, se qualcuno mi avesse chiesto «Andiamo a prendere una pua domani sera?».

[Paragrafo di un discorso sulla lingua del sentimento che diventa un’appendice della nuova edizione dei Russi sono matti]