Una dichiarazione
L’altro giorno, su un treno interregionale che da Bologna mi portava a Parma, dove dovevo andare al mio commercialista a consegnare i documenti del quarto trimestre del 2012, e poi in biblioteca a cercare del materiale per un libro che sto provando a scrivere e che, probabilemnte si intitolerà Mo mama, (sottotitolo Parma ai tempi del movimento cinque stelle) in una di quelle giornate limpidissime d’inverno che in pianura padana si vedono da una parte le Alpi e dall’altra gli Appenini, con intorno tutta quell’Emilia così illuminata, se così si può dire, riordinando il computer, ho trovato un vecchio file intitolato Dichiarazione che non mi ricordavo dentro cosa ci fosse. Allora l’ho aperto, ci ho trovato una poesia di un poeta russo (che si chiama Timur Kibirov) che si intitola Dichiarazione e che, tradotta in italiano, fa, più o meno, così: «Ti voglio dire, / che ti voglio / dire, che ti / voglio dire, che / voglio dirti, che / ti voglio dire, / che ti voglio». E niente, volevo dir quello.
[uscita ieri su Libero]