Una descrizione

lunedì 5 Ottobre 2009

turgenev

credeva nei veggenti, nei geni della casa, negli spiriti del bosco, nei cattivi incontri, nel malocchio, nella medicina popolare, nel sale del giovedì santo, nell’imminente fine del mondo; credeva che se la domenica di Pasqua, alla messa notturna, non venivano spente le candele, il grano avrebbe fruttato bene, e che un fungo smetteva di crescere, se lo vedeva un occhio umano; credeva che il diavolo amasse i posti dove c’era dell’acqua, e che ogni giudeo avesse sul petto una macchiolina color sangue; aveva paura dei topi, delle bisce, delle rane, dei passeri, delle sanguisughe, del tuono, dell’acqua fredda, degli spifferi, dei cavalli, dei caproni, dei rossi di capelli e dei gatti neri e pensava che grilli e cavalli fossero animali impuri: non mangiava né carne di vitello, né piccioni, né gamberi, né formaggio, né aspargi, né tartufi di canna, né lepri, né cocomeri, perché un cocomero tagliato ricordava la testa di Giovanni Battista.

[Della mamma di Bazarov, dal capitolo XX di Padri e Figli]