Una cosa che leggo stasera a San Pietroburgo

sabato 25 Giugno 2016

Pubblici discorsi

Ecco io l’altro esempio che vorrei fare riguarda l’inizio di Memorie dal sottosuolo di Dostoevsij, o Ricordi dal sottosuolo, o Appunti dal sottosuolo, anche questa storia dei titoli, una volta ho visto un romanzo di Dostoevskij che si intitolava Gli indemoniati, Vacca, ho pensato, un inedito, invece era I demòni che gli avevan cambiato titolo. Ma torniamo all’inizio di Memorie dal sottosuolo, o Ricordi dal sottosuolo, o Appunti dal sottosuolo.

L’inizio in russo è così: Ja celovek bol’noj, ja sloj celovek, ne privlekatel’nyj ja celovek; ja dumaju, chto mne bolit pecen’, che tradotto più o meno sarebbe Io sono un uomo malato, un uomo cattivo, sono, un brutto uomo, sono io; credo di esser malato di fegato. Che è un inizio dove Dostoevskij costruisce una specie di trottola sonora, nella quale il pronome, ja, io, il sostantivo, celovek, uomo, e l’aggettivo, bol’noj, sloj e neprivlekatel’nij, sono sempre presenti nelle prime tre frasi ma si cambiano di posto, Ja celovek bol’noj, Ja sloj celovek, Neprivlekatel’nyj ja celovek. È una cosa che fa girare la testa, dal tanto che è fatta bene, secondo me; con questa frase, quasi esclusivamente con l’involucro sonoro della frase, Dostoevksij ci dà il carattere del personaggio; l’uomo del sottosuolo, contraddittorio disperato ridicolo così simile a noi, è già tutto qui: Io sono un uomo malato, un uomo cattivo, sono, un brutto uomo, sono io. Credo di essere malato di fegato.

Ecco, sono andato a prendere la traduzione di Ricordi dal sottosuolo nell’edizione dei classici della Bur: Sono un malato… Sono un malvagio. Sono un uomo odioso. Credo d’aver male al fegato. Il suono, di Dostoevskij, la trottola sonora, non c’è più. Ci han messo anche tre puntini dopo malato che chissà da dove saltano fuori. Il suono, nelle traduzioni in prosa, stranamente, sembra che non gliene freghi niente a nessuno. Come se il suono non fosse l’equivalente del significante, e come se non sapessimo tutti che significato e significante vanno via insieme, come ci hanno insegnato.