Una casa
Il sole non era ancora sorto, tutto era avvolto dalla nebbia e in giro non c’era un’anima, ciononostante ho cominciato a sentirmi meglio. Sono arrivata a Trafalgar Square, che ho riconosciuto perché l’avevo già vista in foto, camminando fino alla statua della Regina Vittoria e oltre, verso un brutto palazzone che non conoscevo. C’era un agente di polizia, insieme a una sentinella, e quando ho chiesto che cosa fosse, la sentinella ha risposto: «Buckingham Palace, signora». Ho avuto un brivido. Sapevo che quella era la residenza della Regina e, se mai l’avevo invidiata, in quel momento ho cambiato idea. Dover vivere in un posto così orribile, ho pensato, ti leva anche il gusto di essere una regina.
[James M. Cain, La ragazza dei cocktail, traduzione di Marco Rossari, Milano, Isbn 2013, pp. 160-161]