Una busta, un’altra busta e un questionario

venerdì 2 Marzo 2012

La busta è grossa, c’è dentro una lettera, un’altra busta e un questionario.
La lettera dice Roma, 4 aprile novantotto. Gentile dottoressa, gentile dottore, e cominciamo già male. Poi continua:
L’istituto nazionale di statistica sta effettuando una ricerca su un campione di laureati di tutte le università italiane nell’anno solare 1995, con l’biettivo di conoscere quali siano le loro aspettative, i tempi di attesa di un impiego e gli sbocchi professionali.
Il suo nominativo è stato estratto casualmente dall’elenco dei laureati dell’università presso il quale ha conseguito il titolo. È per questo che ci rivolgiamo a lei, pregandola di compilare il questionario allegato e di restituirlo, in tempi brevi, utilizzando l’appostia busta con affrancatura a carico del destinatario.
La sua collaborazione è molto importante per il buon esito della ricerca che è prevista dal Programma statistico nazionale, l’insieme delle rilevazioni statistiche necessarie al Paese. L’Istat è tenuto per legge a svolgere queste attività e può usare le informazioni ottenute esclusivamente a fini statistici. Esse non possono essere comunicate ad altre istituzioni o persone e sono elaborate e pubblicate sotto forma di tabelle e in modo tale che non se ne possa fare alcun riferimento individuale. Per ogni ulteriore chiarimento e informazione può rivolegersi all’Istat, telefonando ai numeri 06.55227189/8, dal lunedì al venerdì, dalle ore 9,30 alle 13,30.
Il titolare della rilevazione è l’Istituto nazionale di statistica, via Cesare Valvo, 16 – 00184 Roma. Responsabile della rilevazione è il direttore centrale della statistica su popolazione e territorio.
Mi scuso per il disturbo che le arrechiamo e la ringrazio sin d’ora per la sua collaborazione.
Con i migliori saluti
Il presidente
Alberto Giuliani

Allora prendo il questionario e lo butto nel cestiono della carta straccia. Poi prendo un foglio e scrivo:
Gentile presidentessa, gentile presidente,
ho ricevuto oggi, 25 giugno, la sua missiva del 4 aprile, con un questionario che lei vorrebbe che io le rimandassi in tempi brevi compilato in ogni sua parte. Chiedere che le sia rimandato in tempi brevi un questionario che lei ci ha messo tre mesi a farmi arrivare, mi sembra già indicativo della faccia tosta dei dirigenti statali e parastatali. Quanto poi all’attività dell’Istituto da lei presieduto, le comunico il mio disinteresse per la statistica così come viene utilizzata dagli istituti statali, parastatali e al soldo del capitale, che serve solo a far parlare i giornali quando non hanno niente da dire, e sarebbe ora di smetterla e di stare zitti, se non avete niente da dire. Pertanto io il suo questionario l’ho cestinato, a vantaggio del buon esito della ricerca, che se viene fuori che non ha risposto nessuno lei potrà in tutta coscienza dare le dimissioni e dedicarsi a qualcosa di più utile per la sua crescita spirituale. Per ogni ulteriore chiarimento e informazione può leggere Cime abissali, di Aleksandr Zinov’er, che è un testo che spiega come mai i presidenti sono più ignoranti dei presieduti.
Cordiali saluti
Learco Ferrari

[Le cose non sono le cose, Roma, DeriveApprodi 2009, pp. 155-156]