Un pezzo di un libro che sta per uscire
Era un periodo, quel periodo lì, che dovevo scrivere quel romanzo che era proprio un pensiero che non mi abbandonava mai, una specie di senso di colpa rettilineo e uniforme, una cosa da manuale di fisica, che aveva come conseguenza il fatto che, ogni tanto, quando andavo a dormire, mi immaginavo che avrei scritto un libro come Essais di Montaigne, dove avrei messo a nudo la mia anima solo che c’era un problema, che la mia anima, nuda, non lo sapevo se era tanto bella; per esempio: le belle giornate.
Una cosa che trasformava una giornata normale in una bella giornata, per me, la maggior parte delle volte, non era un evento atmosferico o sentimentale, o un progresso nella politica internazionale, o un’opera d’arte, no, era un bonifico.
Era la scritta: «Bonifico a vostro favore», e questa cosa scriverla in un libro come Essais di Montaigne non lo so se sarebbe stato un bel libro, mi veniva il dubbio di no.