Un pezzo

giovedì 22 Luglio 2010

Risorgimento, solo il nome, ha dentro una pompa, nel senso che è pomposo, e una tristezza, è una cosa da presidi, polverosi, coi capelli grigi fin da quando son piccoli, e gli occhiali rettangolari, quelli grossi, da presidi, e la custodia degli occhiali nel taschino della giacca, e delle scarpe nere da presidi, impolverate, io avevo un preside, alle superiori, a Parma, che una volta, una sola, in cinque anni, è entrato nella nostra classe perché stavam facendo del casino e per rimproverarci ci ha detto: Beceri. E Boccaloni. Che era un po’ il massimo dei suoi insulti. Beceri. E Boccaloni. Che io poi nella mia vita non li ho mai più sentiti, quei due nomi lì. Beceri. E Boccaloni. Due insulti risorgimentali. Dev’essere stata bella la vita, allora, in Italia. Due che litigavano, in casa, Becera, diceva il marito alla moglie. Boccalone, rispondeva la moglie.

[è un pezzo del discorso su Ciro Menotti di stasera, a Migliarina, che è poi uguale al discorso sul Risorgimento del settembre del 2009 al festival filosofia]