Un inizio

lunedì 19 Settembre 2011

Buongiorno. Si sente se parlo così? Grazie. Buongiorno. Allora, io mi chiamo Paolo Nori, sono di Parma, ho 48 anni, scrivo dei libri, e qualche mese fa mi hanno chiesto di fare un discorso in occasione dell’apertura centro culturale Mutliplo di Cavriago che è quel posto qui dove ci troviamo. E fin qui, tutto bene; dopo, qualche giorno fa mi sono reso conto che il discorso che dovevo fare era intitolato I miei scrittori preferiti. Solo che io, di scrittori preferiti, non ne ho. Eh. E allora? Come la mettiamo?

Quando mi sono reso che era stato intitolato così, che magari poi ero stato anch’io, eh, perché io non è che mi ricordo tutto quello che dico, certe volte parlo e non mi rendo conto di quello che dico, soprattutto al telefono, e certe volte, poi, racconto delle balle, sopratutto al telefono, quando per esempio ti chiama qualcuno, magari alle nove del mattino, che te stai dormendo, magari hai lavorato tutta notte, o sei tornato alle quattro da una lettura in un posto lontano nel tempo e nello spazio, non so, nel Tavoliere delle Puglie, e ti chiama uno che non ti conosce, magari un giornalista di una radio di Brescia che eravate d’accordo che ti intervistava e tu ti eri dimenticato e lui è tutto pimpante e quando sente che te hai la voce impastata gli viene un dubbio ti chiede: Ma scusa, ma stavi dormendo, e tu rispondi, ma subito, eh, No no, non stavo dormendo, come se confessare che stavi dormendo fosse vergognoso, ed è sempre così, non solo con le radio di Brescia e non solo con il Tavoliere della Puglie,io delle volte racconto delle balle, al telefono, e poi mi dimentico, e quindi può darsi che sia stato anch’io, a decidere di intitolare il discorso I miei scrittori preferiti, anche se mi sembra strano, perché di scrittori preferiti, io, come dicevo, non ne ho mica, e quando mi son accorto che il discorso che avrei dovuto scrivere per questa occasione si sarebbe dovuto intitolare I miei scrittori preferiti ho pensato Ma guarda te, ma chi è stato, ma son stato io, ma non andiam mica bene, ma questo è un periodo proprio che non andiam mica bene, che non mi ricordo neanche quello che dico e dico delle cose che non penso.

Poi ho pensato Eh, Del resto, cosa vuoi fare, non è che si può essere sempre al meglio. Delle volte va bene, delle volte va male. È la legge delle altalene. La legge delle altalene prescrive Che si abbiano scarpe ora larghe, ora strette. Che sia ora notte ora giorno. E che signori della terra siano ora il rinoceronte, ora l’uomo, ha scritto una volta Velimir Chlebnikov, e secondo me questa cosa vale per tutti, anche se…

[Inizio del discorso sugli scrittori preferiti letto ieri a Cavriago, grazie a quelli che hanno mandato dei suggerimenti]