Un giorno di vacanza
Quest’estate, in luglio, con l’Associazione Italia Russia organizziamo un viaggio a San Pietroburgo, una settimana a seguire, in città, le tracce degli scrittori russi dell’otto e del novecento, un po’ sul modello del viaggio che ho fatto l’anno scorso con il circolo dei lettori di Torino, stanno per uscire tutti i dettagli coi prezzi e tutto, intanto qua sotto copio un giorno di programma:
15 luglio
Il palazzo dal quale prende il nome la piazza del palazzo, dove andiamo al mattino, è il palazzo d’inverno, quello che è stato preso nell’ottobre del 1917 e che adesso è diventato un museo, forse il museo più famoso di San Pietroburgo, l’Ermitaž, dove c’è l’arte occidentale, che ricorda un po’ il Louvre, e dove potrete andare nel giorno libero ma dove noi non vi portiamo perché noi, dopo esser stati alla casa museo di Puškin, che è il posto dove Puškin è morto, il 29 gennaio del 1837, a 36 anni (come Chlebnikov, Esenin e Majakovskij), e dopo aver mangiato alla Brodjačaja sobaka (Il cane randagio), il cabaret dove si trovavano i futuristi russi, vi portiamo, al pomeriggio, al museo Russo, dov’è c’è l’arte russa, dalle icone alle avanguardie, e che è un museo che non ricorda niente perché c’è solo a San Pietroburgo, un museo così.
Alla sera, dopo cena, per chi vuole, facciamo una passeggiata fino al monumento di Anna Achmatova, rivolto verso la prigione delle Croci, dall’altra parte del fiume, davanti alla quale lei faceva la fila per andare a trovare suo figlio, e dove, nella seconda metà degli anni trenta, le è successo quel che racconta in Requiem «Allora una donna che stava dietro di me, con delle labbra blu, e che, naturalmente, non aveva mai sentito il mio nome, si è riscossa dal torpore che ci avvolgeva tutti e mi ha chiesto in un orecchio (lì sussurravano tutti): “Ma lei questo lo può descrivere?”. E io ho detto “Posso”. Allora una cosa che mi è sembrata un sorriso è scivolata lungo quello che una volta doveva esser stato il suo viso”»