Un frame

martedì 12 Aprile 2011

Quando insegno cos’è un frame (in italiano “cornice”, “quadro”, “struttura”) e come lo si crea, nell’ambito del corso del primo anno di Scienze cognitive all’università di Bekeley, il primo giorno assegno ai miei studenti un esercizio. L’esercizio consiste in questo: non pensate a un elefante. Non sono mai riuscito a trovare uno studente che ci riuscisse. Ogni parola, come per esempio “elefante”, evoca un frame, un quadro di riferimento, che può essere sostituito da una serie di immagini o di conoscenze di altro tipo. Gli elefanti sono grandi, hanno le orecchie pendule e la proboscide, fanno venire in mente il circo, e così via. Ogni parola si definisce in relazione a un frame. E anche quando neghiamo un certo concetto non possiamo evitare di evocarlo.
Richard Nixon lo scoprì a proprie spese. Durante lo scandalo Watergate, quando c’erano forti pressioni perché si dimettesse, Nixon parlò al paese in televisione. Si presentò davanti alla nazione e disse: “Non sono un imbroglione”. E tutti pensarono che era un imbroglione.

[George Lakoff, Non pensare all’elefante, traduzione di Bruna Tortorella, sl, internazionale 2006, p. 17]