Un finale

sabato 9 Luglio 2011

Ho cominciato a vedere una cosa di Igort, un video, alla scuola elementare, che parlava di Russia, di Ucraina, Siberia, e diceva che lui faceva il contrario di quello che fanno a teatro, cioè da delle storie vere, che scuotono quelli che le hanno vissute, e che hanno scosso lui che le ha sentite raccontare, lui doveva tirar fuori delle st… E finiva così, sulla t di st. M’è venuto anche il dubbio che l’avesse anche fatto apposta, ma durava proprio pochissimo. Cominicam bene, ho pensato. L’ho detto alla ragazza, che c’era lì, e intanto ho pensato Ecco, la prima cosa che vedo, comincio subito a fare il rompicoglioni. Dopo la ragazza è stata molto comprensiva, mi ha dato anche ragione, e mi ha accompagnato a guardar la seconda che era un video di una signora che si chiama Ulla Ulla Von Brandenburg, e dev’essere ceca, della repubblica ceca, e è un piano sequenza che dura un quarto d’ora, e è girato in un edificio che sembra una scuola, e invece c’era scritto che era una casa costruita da Le Corbusier, se non ho capito male, e io, ero lì, da solo, in questa stanzetta, a vedere un filmino, dura un quarto d’ora, in bianco e nero, e c’era un’aria, e a me è venuto in mente che il teatro, le poche volte che ho avuto a che fare con il teatro, non so se riesco a dirlo bene, ma c’è un pezzetto di Bruno Munari che dice che una sua amica gli aveva chiesto un consiglio per fare un regalo, e lui, quell’anno lì, aveva cominicato a guardare i negozi e si era molto stupito di trovare dei portaombrelli a forma di stivale, dei cavatappi a forma di pesce, degli orologi a forma di bottiglia, degli accendisigari a forma di locomotiva, e così via. Ecco il teatro, mi è venuto in mente a veder il video di Ulla Von Brandenburg, una cosa che ti succede, a teatro, che ritrovi una cosa stranissima, che i portombrelli sono portaombrelli, i cavatappi sono cavatappi, gli orologi sono orologi, gli accendisigari sono accendisigari, e così via. E quello lì, oggi, è stato forse il primo momento che non mi son chiesto perché ero qui, che ci avevo trovato il verso, e è passato ormai un quarto d’ora e, dopo essermi scusato perché, praticamente, non ho detto niente, e dopo aver ringraziato quelli che hanno avuto la bontà di ascoltare quello che non ho detto, io per oggi mi fermerei qui.

[Finale dei diari di Santarcangelo di venerdì 8 luglio]