Un brandello

lunedì 5 Marzo 2012

e erano i primi di marzo, e c’erano diciotto, venti gradi, e fino a pochi giorni prima c’erano stato meno otto, meno cinque, e la neve si era appena sciolta, si era appena liberato il cancello del cortiletto che circonda la mia casa, avevo appena ricominciato a andare in giro in bicicletta, e il mondo sembrava come tornato in assetto; i rumori, eran tornati i rumori, la gente si era rimessa a parlare e i locali (si ricominciava a sedersi all’aperto) diffondevano per la strada ciascuno la propria musica, attraverso delle casse montate sopra alla porta e a me, in questa stagione dell’anno veniva in mente un mio amico che una volta mi aveva detto che avrebbe voluto fare un referendum contro la musica di sottofondo, e avevo pensato che in caso di referendum io ero d’accordo, ma che era difficile, e che si poteva più facilmente, magari, fare una campagna, e che per il convegno sul nulla, per esempio, io avevo immaginato un logo con una piccola scritta che dicesse Non guardate qui che non c’è scritto niente, e per la musica di sottofondo si sarebbero forse potuti fare degli adesivi con sopra scritto Questo locale è desottofondizzato

[Pezzetto di un racconto che si chiama Chissà se possiamo]