Tutto tranne che il liscio (4-2)

venerdì 5 Giugno 2009

Invece mi sarebbe piaciuto andare in Russia, e alla fine poi ci sono andato. E la cosa stranissima, della Russia, ce n’erano tante, di cose strane, ma la cosa forse più strana, era che in Russia, che allora, quando ci sono andato io, era ancora una delle Repubbliche che componevano l’Unione delle Repubbliche Socialiste Sovietiche, la gente, a guardarla, sembravano tutti dei musicisti jazz, eran vestiti tutti in un modo normale.

Qualche anno dopo, quando avevo già finito l’università, mi ero messo a fare l’interprete, e avevo fatto un interpretariato per degli architetti di Piacenza che avevano invitato una delegazione composta dai principali collaboratori di El’cin per l’architettura. Be’, questi architetti russi, eran vestiti un modo, avevano dei girocolli mistolana, ce n’era uno che aveva un cappellino da ciclista, e un borsello a tracollo, e due occhiali con delle lenti spessissime e in mano, sempre, una macchina fotografica, e fotografa tutto. C’erano questi architetti di Piacenza, tutti eleganti, in divisa, gessati, Armani, Versace, erano stupefatti, vedere i loro colleghi ex sovietici, e i loro colleghi ex sovietici uguale, erano stupefatti, a vedere i loro colleghi piacentini, e una volta giel’avevano anche detto. Il capo della delegazione russa aveva detto, al capo della delegazione Piacentina. Sembrate dei patrizi, come siete vestiti. Io avevo tradotto, e il capo della delegazione piacentina era rimasto un attimo così che non sapeva cosa dire poi aveva detto Patrizi? Mia moglie si chiama Patrizia.

[Si sente qui]