Tutte le parole buone

domenica 6 Marzo 2011

Dopo che io avevo parlato del modo di inventare una storia partendo da una parola data, l’insegnante Giulia Notari, della scuola per l’infanzia Diana, ha chiesto se qualche bambino si sentisse di inventare una storia con quel nuovo sistema e ha suggerito la parola «ciao». Un bambino di cinque anni ha raccontato questa storia:

Un bimbo aveva perso tutte le parole buone e gli erano rimaste quelle brutte: merda, cacca, stronzo, eccetera.
Allora la sua mamma lo porta da un dottore, che aveva i baffi lunghi così, e gli dice: – Apri la bocca, fuori la lingua, guarda in su, guarda in dentro, gonfia le guance.
Il dottore dice che deve andare a cercare in giro una parola buona. Prima trova una parola così (il bambino indica una lunghezza di circa venti centimetri) che era «uffa», che è cattiva. Poi ne trova una lunga così (circa cinquanta centimetri) che era «arrangiati» che è cattiva. Poi trova una parolina rosa, che era «ciao», se la mette in tasca, la porta a casa e impara a dire le parole gentili e diventa buono.

[Gianni Rodari, Grammatica della fantasia, Torino, Einaudi 2010, p. 17]