Tre matti di Torino
Un altro, nell’aula studio Opera in via Michelangelo, arrivava sempre con aria grave, si sedeva, tirava fuori dallo zaino libri, quaderni e un portatile, poi apriva il portatile e cominciava a cazzeggiare. Passava un’oretta tranquillo, poi si interrompeva di scatto e sottovoce cominciava a spingersi a studiare: “Va bene dai adesso basta cazzeggiare ora si studia adesso basta”. Poi generalmente riiniziava a cazzeggiare sul computer. Dopo un quarto d’ora circa cominciava di nuovo a sussurrare frasi di incoraggiamento, anche se leggermente più scocciate e materne: “Adesso ho esagerato è ora che mi metto sotto basta ho perso troppo tempo ora mi metto a studiare”. Si prendeva la testa tra le mani ripetendosi l’incoraggiamento come un mantra. Poi succedeva che voleva controllare un’altra cosa sul computer, e allora si rimetteva a cazzeggiare. Dopo poco si riprendeva la testa fra le mani, e così via. Ogni volta che cercava di costringersi a studiare il tono diventava sempre più severo o disperato. Ogni tanto si alzava a prendersi un caffè, visibilmente provato da tutto lo sforzo.
Una curava tutto con il Bactrim.
Un altro, nell’aula studio Opera in via Michelangelo, a luglio del 2013, era concentratissimo a studiare le slide sul suo IPad. A un certo punto uno si era avvicinato per chiedergli se per caso poteva prestargli il caricatore Apple poiché lui lo aveva dimenticato a casa. Il ragazzo dell’IPad si era girato molto lentamente, lo aveva guardato e seccamente gli aveva risposto di no. L’altro aveva fatto spallucce ed era tornato al suo posto. Il ragazzo dell’IPad era tornato a studiare le sue slide, solo che a quel punto sembrava aver perso la concentrazione. Dopo un po’ si era girato verso l’altro, poi era tornato a guardare l’IPad. Aveva iniziato a mangiarsi le unghie. Poi era andato a fumarsi una sigaretta. Quando era tornato aveva guardato, si era rimesso al suo posto guardando l’altro, che però era chino sui libri. Allora si era tolto la giacca, aveva controllato la batteria sul proprio IPad, aveva preso il caricatore e si era alzato per portarlo al ragazzo. Solo che a metà strada aveva cambiato idea ed era tornato indietro. Aveva provato a studiare ma sembrava molto agitato. Dopo alcuni minuti si era alzato di nuovo, si era avvicinato ancora all’altro ragazzo, ma quando gli era molto vicino aveva cambiato idea ed era tornato a sedere. Poi aveva aspettato ancora mezz’ora, in cui non aveva scorso molte slide, si era alzato di nuovo con il caricabatterie in mano, solo che quando stava per arrivare al suo tavolo l’altro s’era alzato con la giacca e lo zaino chiuso pronto ad andarsene e l’aveva guardato, allora lui aveva fatto finta di niente e aveva proseguito dritto per il bagno con il caricabatterie bianco dell’IPad attorcigliato alla mano.