Thomas Bernhard
Alla paura di soffocare, di cui da tanti anni mi tocca soffrire già a causa dei miei polmoni indeboliti, ora, a causa delle ragnatele che mi avvolgevano la testa, se ne sommava un’altra ancora più terribile. Per tutto il pomeriggio i miei mi avevano tormentato con i loro affari e, assordandomi con i loro discorsi o invece opponendomi un assoluto silenzio sui discorsi che si sarebbero dovuti fare, mi avevano rinfacciato di essere la loro disgrazia. Di avere elevato a metodo l’essere sempre contro di loro e contro la loro condizione, contro i loro affari e contro il loro modo di pensare, che pure era anche il mio.
Di aver preso l’abitudine di farlo a pezzi, quel loro modo di pensare, e di schernirli, demolirli e ucciderli. Di essermi disposto con tutto me stesso a farli a pezzi e demolirli e ucciderli. Giorno e notte non meditavo altro, hanno detto, e appena sveglio partivo all’attacco.
[Thomas Bernhard, Goethe muore, traduzione di Elisabetta Dell’Anna Ciancia, Milano, Adelphi 2013, p. 41]